Il punto d'arrivo sulle indagini non c'è ancora, ma la prevalente spiegazione conferma la pista degli intrecci mafia-appalti
di Paolo ScarlataIl punto d'arrivo sulle indagini non c'è ancora, ma la prevalente spiegazione delle stragi del '92 conferma la pista degli intrecci mafia-appalti. A sostenerla davanti alla commissione parlamentare Antimafia è il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca. L'audizione ricostruisce il chiacchiericcio e pure i veleni del palazzo di giustizia del capoluogo siciliano. Ribadisce i sospetti sull'operato di alcuni magistrati, come il procuratore capo di Palermo di quel tempo, Pietro Giammanco. E pure sull'ex magistrato Gioacchino Natoli, indagato per favoreggiamento aggravato insieme all'ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone.
De Luca è convinto che, davanti al Csm, pochi giorni dopo la strage di Capaci, Natoli avrebbe mentito sui rapporti tra l'allora procuratore Pietro Giammanco e Borsellino.
Non c'è invece alcun dubbio sull'isolamento di Falcone e Borsellino e sulla loro sovraesposizione. Sembra poi sgonfiarsi la cosiddetta pista nera, quella che portava al terrorista Stefano delle Chiaie. "Vale zero tagliato", afferma De Luca. E così ci si chiede se fosse solo un'ipotesi d'indagine errata o piuttosto un tentativo di depistaggio.