IL CASO DI Bouchta El Allam

Confermata l'espulsione al sedicente imam del carcere di Alessandria

L'uomo aveva sposato una donna italiana, una condizione ritenuta non sufficiente per evitare il rimpatrio

di Simone Cerrano
21 Ago 2025 - 13:17
01:27 

Aver sposato una donna italiana non è una condizione sufficiente per evitare l'espulsione, se il decreto che impone di lasciare il territorio nazionale è motivato dalla pericolosità per l'ordine e la sicurezza pubblica. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha respinto il ricordo di Bouchta El Allam, 46enne di origine marocchina, arrestato nel maggio del 2021 e condannato un anno dopo dal Tribunale di Torino a sei mesi di reclusione per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Già recluso ad Alessandria per reati legati agli stupefacenti, l'uomo nel corso della detenzione si era autoproclamato imam del carcere. Durante i suoi sermoni all'interno della struttura penitenziaria piemontese, aveva usato parole cariche di odio e violenza nei confronti di ebrei e cristiani, considerati nemici del popolo arabo e definiti "scimmie" e "maiali", aveva invocato perché Allah li punisse con massacri di massa e aveva auspicato che il Vaticano venisse distrutto. Parole che gli erano costate l'accusa di istigazione a compiere atti di terrorismo. 

Il prefetto aveva firmato il decreto di espulsione. Il Tribunale di Torino aveva stabilito che l'uomo non potesse essere allontanato dal nostro Paese perché sposato con una donna di cittadinanza italiana. La Corte di Appello aveva, al contrario, confermato l'espulsione, specificando che nel caso di El Allam sussistono condizioni tali da giustificare la limitazione del diritto al soggiorno nonostante il matrimonio con una nostra connazionale.
Una sentenza confermata dalla Suprema Corte, che sottolinea come i reati contestati all'autoproclamatosi imam del carcere di Alessandria non prevedono le garanzie previste dalla Convenzione della Corte europea per i diritti dell'uomo, che tutelano il rispetto della vita privata e familiare.

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