Il motore non sarebbe stato spento subito e la studentessa era a bordo senza contratto. La procura indaga anche su presunte violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro
di Paolo BrinisA quattro giorni dalla morte di Chiara Chiti, lo skipper del catamarano dal quale è caduta la studentessa 17enne nella darsena di Sant’Elena, è stato indagato dalla procura di Venezia con l'accusa di omicidio colposo.
Andrea Ravagnin al momento della tragedia si trovava al timone dell'imbarcazione, intento nelle manovre di ormeggio. Appena si è accorto che Chiara era finita in acqua, si è tuffato immediatamente, ma senza riuscire a slegarla dalla cima che si era attorcigliata all'elica del motore, che inoltre non è stato immediatamente spento, come invece si sarebbe dovuto fare. "Conoscevo lei, conosco la sua famiglia – ha dichiarato – non riesco a darmi pace."
L'inchiesta riguarda anche la violazione delle normative in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori. La giovane, studentessa al quarto anno dell'Istituto nautico, sarebbe infatti salita a bordo, sabato scorso, senza aver un regolare contratto e senza aver ricevuto una adeguata formazione.
Doveva essere una giornata di prova, in previsione di un'assunzione in vista della stagione estiva. Anna conosceva molto bene diverse lingue straniere e il catamarano era spesso utilizzato come charter per comitive di turisti.
Forse non era suo compito partecipare alle manovre di ormeggio. È questo uno dei punti che le indagini dovranno chiarire, in attesa dei risultati dell'autopsia.