Gli studenti si sono ritrovati in piazza Portello
Due anni dopo la morte di Giulia Cecchettin, piazza Portello a Padova è stata squarciata da un frastuono insolito: più di duecento ragazzi hanno agitato all'unisono i propri mazzi di chiavi, rispondendo all'appello dell'Udu. Il luogo della manifestazione non è casuale: a pochi metri sorgono le aule di ingegneria biomedica del Bo, dove la studentessa 22enne di Vigonovo seguiva le lezioni prima che Filippo Turetta le togliesse la vita a coltellate. Dal megafono, la voce di una manifestante ha spiegato la scelta simbolica: niente minuto di silenzio, ma sessanta secondi di chiasso. Sul selciato, visibile a tutti, campeggiava uno striscione con la frase: "Se domani non torno distruggi tutto", di Cristina Torres-Cáceres, architetta e attivista peruviana citata dalla sorella di Giulia, Elena Cecchettin.