Una registrazione audio, un anno dopo, ha incastrato il marito, ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato
di Danilo Di TraniDieci minuti di urla disumane. Tanto era durata l'agonia di Nicoleta, restituita dalla registrazione del suo telefonino. Moldava, 37 anni, due figlie di 8 e 13, implorava disperata il marito - Erik Zorzi, camionista di 42 anni -: "Ti prego, smettila!". Così, da quel cellulare che lei accendeva da anni per documentare le violenze che subiva è arrivata la prova del suo omicidio. Strangolata in camera da letto con una cintura di pelle, nella notte tra il primo e il due agosto dell'anno scorso. Abitavano in una casa ad Abano Terme, in provincia di Padova. Nonostante fossero separati da anni, Nicoleta ed Erik vivevano ancora insieme. Quella registrazione audio, un anno dopo, ha incastrato il marito, ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
Era stato lui a chiamare i soccorsi: "Correte, mia moglie si è chiusa a chiave in bagno e non risponde da due ore". Accovacciata nella doccia, con una cintura stretta al collo, così l'avevano trovata i carabinieri, dopo aver sfondato la porta, senza alcuna difficoltà. Sembrava un suicidio, e come tale, stava per essere archiviato. Ma l'ultima registrazione, ascoltata mesi dopo, ha rivelato minuto per minuto l'orrore di quella notte.