Si è aperto a Perugia il processo in d'appello sul caso di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa dall'Italia nel 2013 insieme alla figlia Alua. Al vaglio dei giudici di secondo grado la sentenza che nell'ottobre del 2020 condannò, tra gli altri, Renato Cortese, all'epoca capo della squadra mobile di roma, e Maurizio Improta, che guidava l'ufficio immigrazione.