Clima, prof. Battaglia a Tgcom24: "Decarbonizzazione? In Italia non serve"
Il cambiamento climatico entra nella campagna elettorale. Sta infatti facendo discutere la petizione di un gruppo di scienziati - tra cui Franco Prodi, ex direttore dellʼIstituto di scienze dellʼatmosfera e del clima nonché fratello dellʼex premier Romano - in cui si chiede un confronto pubblico con i promotori del recente Appello sul clima.
Uno dei firmatari della petizione è Franco Battaglia, docente di Chimica fisica all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L'esperto spiega a Tgcom24 le ragioni di questa presa di posizione contro gli scienziati e climatologi - da lui definiti "catastrofisti" - promotori dell'Appello.
"Li abbiamo invitati a un dibattito scientifico presso sedi istituzionali, ma si sono sempre rifiutati di partecipare. Non è vero che l'anidride carbonica è un inquinante e non è vero che influenza i cambiamenti climatici, che ci sono sempre stati. E non è vero che in Italia dobbiamo procedere a una politica di decarbonizzazione. Le emissioni in Italia, a livello globale, sono lo 0,8%. Se anche oggi noi azzerassimo le emissioni di CO2, il presunto effetto sul clima sarebbe zero".
Secondo Battaglia, "bisogna smettere di pensare di governare il clima installando parchi eolici e fotovoltaici. E bisogna fare pace con la Russia e cercare di nuovo di riprendersi il gas a livello economico". Serve, in definitiva, "investire sulla prevenzione e sull'adattamento ai cambiamenti climatici, che si sono sempre stati. Bisogna spendere per governare le acque, per proteggersi dal dissesto idrogeologico e dalle emergenze vere, per esempio quella dei terremoti. In Italia ce n'è uno ogni 10 anni di magnitudo superiore a 6.3. Questa è una cosa di cui siamo certi".
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