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Turisti: dopo Venezia, anche Sirmione e Capri pensano ai tornelli

A Mattino Cinque il dilemma tra tutela delle città e apertura al turismo di massa. E Sgarbi dice: “Nessun obbligo al piacere”

Turisti: dopo Venezia, anche Sirmione e Capri pensano ai tornelli - foto 1
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Otto milioni di italiani hanno viaggiato lungo lo Stivale in questo ponte del primo maggio. Un weekend lungo, da ricordare non solo per i numeri da record, ma anche perché per la prima volta una delle città simbolo del turismo italiano, Venezia, ha sperimentato un sistema di tornelli per limitare il flusso di visitatori. Una soluzione – che continua a far discutere – mirata a tutelare il patrimonio artistico dai danni del turismo di massa, che non porterebbe ricchezza ma solo degrado. E a cui mirano altre località particolarmente amate dai turisti, come Sirmione e Capri.

Mentre Roma sta per introdurre un'altra misura (slittata a settembre): l'introduzione del biglietto di due euro per entrare nel Pantheon. Le telecamere di Mattino Cinque sono andate in tutti questi luoghi suggestivi per raccogliere le voci di chi ci abita e ci lavora, tra chi sostiene che non si possa chiudere una città con dei tornelli, perché è un luogo pubblico, e chi invece vorrebbe “più sicurezza” o lamenta la presenza di “troppa gente, che potrebbe essere distribuita meglio”. Il dibattito è poi proseguito in studio, col giornalista Roberto Poletti, l'esperta di turismo Roberta Bonfanti e un contributo video di Vittorio Sgarbi, contrario alla limitazione del flusso di persone nelle città d'arte, perché: “Il piacere non può avere obblighi”.