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Loris, lettera dal carcere della madre "Io e l'accusa che mi fa più male"

Veronica Panarello scrive allʼinviata di "Mattino Cinque", parla del suo infinito dolore per la morte del figlio, amplificato da una imputazione che rifiuta con tutte le sue forze

Veronica Panarello andrea loris stival
ansa

La perdita del figlio di otto anni, il piccolo Loris Stival, è stata per Veronica Panarello "un dolore immenso", che le ha dato una ferita non rimarginabile.

La morte di suo figlio ha lasciato nella vita della donna, in carcere con l'accusa di averlo ucciso, un vuoto incolmabile, che Veronica prova a esprimere in una lettera aperta inviata dalla cella a "Mattino Cinque" per ribadire ancora una volta l'innocenza di una madre disperata.

Ecco il testo del documento, indirizzato all'inviata Agnese Virgillito.

In questi lunghi mesi ho seguito i suoi servizi e il lavoro svolto da lei. Devo ammettere che ho pensato un po' se scriverle questa lettera o no. Ci sono cose che non si possono descrivere a parole perché ogni definizione ti sembra il nulla. Solo chi ha vissuto o vive la perdita di un figlio può capire. Molto spesso ciò che dico viene interpretato in modo diverso o a piacimento dell'uso che ne vogliono fare.

Perdere un figlio è il dolore più lancinante che può esistere, una ferita aperta che non si rimarginerà mai. Perdi la voglia anche di nutrirti, ti reggi in piedi con molta fatica chiedendoti ogni giorni perché ti stia capitando tutto ciò e perché proprio a te.

I ricordi mi rincorrono la mente, rivivendo quella felicità che non riavrò più facendomi ancora più male. L'esserne accusata amplifica il tutto. Ci sono giorni che mi chiedo perché non sia stato fatto a me tutto quel male. Avrei preso il suo posto senza esitare un istante. La vita del proprio figlio vale più della propria.

L'essere sola a cercare la verità mi spinge sempre di più a non fermarmi sapendo che troverò le risposte che cerco e che non giustificheranno mai ciò che è stato fatto. Non potrà mai essere pronunciata dalla mia bocca la parola perdono e non potrò mai provare pietà per chi ha distrutto la vita a Lorys, un bambino di soli 8 anni.

In questi mesi ho avuto la fortuna di essere seguita dal legale Villardita che ha creduto in me dal primo istante lavorando ininterrottamente e tutto ciò porterà ottimi risultati, dimostrerà la mia innocenza e chi mi ha voltato le spalle nel momento in cui avevo più bisogno si renderà conto di aver sbagliato, ma sarà tardi.

Quel poco di vita che ho continuerò a dedicarlo ai miei figli, tenendo vivo il ricordo di Lorys e donando tutto l'amore che ho per Diego. loro per me sono sempre il tutto e lo saranno per sempre.

Veronica Panarello