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Porto Cesareo, coppia uccisa in casa fermato il presunto responsabile

Il sospettato avrebbe agito per denaro e per risentimento personale soprattutto nei confronti della donna

porto cesareo
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Vincenzo Tarantino, 51enne originario di Manduria e residente a Porto Cesareo, è stato fermato dai carabinieri in quanto ritenuto responsabile dell'omicidio di Luigi Ferrari e di sua moglie Antonella Parente, trovati morti martedì nella loro abitazione a Porto Cesareo.

Duplice il movente del delitto: i soldi che la coppia custodiva in cassaforte e un forte risentimento nei confronti delle vittime, soprattutto nei confronti della donna.

Voleva fuggire in Croazia

- Vincenzo Tarantino, era pronto a fuggire e aveva già prenotato il viaggio per la Croazia. L'uomo avrebbe assunto droga, cocaina, prima di entrare nell'appartamento delle vittime che non pensava fossero in casa perché solite uscire prima dell'alba per andare al lavoro. L'assunzione di droga - secondo gli investigatori - avrebbe acuito l'efferatezza del duplice delitto.

Tarantino era conosciuto dagli investigatori come un tossicodipendente e ha precedenti penali; è originario di Manduria (Taranto) ma da tempo risiede a Porto Cesareo. L'uomo, secondo quanto emerso nelle indagini coordinate dal pm Giuseppe Capoccia, avrebbe agito per soldi e per rancori: è infatti l'ex convivente della nipote della donna uccisa, con la quale ha avuto una bimba che ha due anni e da cui nel maggio scorso si era separato a suo dire proprio per causa di Antonella Ferrari.

Risentimenti nei confronti della vittima

- La zia, infatti, avrebbe convinto la nipote a mettere fine a quel legame di continue violenze. Da qui l'odio del presunto omicida nei confronti della donna, tanto da confidare più volte a parenti e amici di voler derubare la coppia dei risparmi nascosti nella cassaforte di casa. I carabinieri, ascoltata la figlia delle vittime, ha individuato nell'uomo poi fermato il protagonista dell'unico attrito esistente nella famiglia. Una pista che sarebbe stata poi confermata dalle dichiarazioni rese da un amico di Vincenzo Tarantino, il quale avrebbe riferito agli investigatori le intenzioni dell'uomo ribadite poco prima di commettere il delitto: in dialetto gli avrebbe detto "Sto andando là" e l'amico gli avrebbe risposto: "Stai attento a non fare sciocchezze".

Pensava di trovare la casa vuota

- Secondo quanto riferito dal Procuratore della Repubblica di Lecce Cataldo Motta, una volta entrato in casa Tarantino ha trovato l'imprevisto della presenza della coppia: ha quindi aggredito e ucciso marito e moglie per poi portare via dall'abitazione la cassaforte che non è stata ancora trovata. Avrebbe agito da solo, a mani nude, come dimostrano le numerose impronte rinvenute all'interno e all'esterno della casa, a testimoniare il disperato tentativo di fuga di chi, come sottolineato in conferenza stampa da Motta "si sentiva in trappola, non sapendo più come uscirne".

Nel suo albergo tracce di sangue

- Tarantino è stato trovato dagli investigatori a bordo della sua Audi A4 mentre stava percorrendo la Nardò-Avetrana, in località Torre Lapillo, dove aveva consumato un panino pagandolo con una banconota da 100 euro, di quelle probabilmente sottratte durante il duplice omicidio. A suffragare i sospetti, tra l'altro, i numerosi graffi trovati sul suo corpo, provocati durante la colluttazione dalle vittime che hanno tentato invano di difendersi. E numerose tracce di sangue sono state trovate anche nel bed&breakfast dove l'uomo ha trascorso le ultime ore prima di essere bloccato dagli investigatori.