Centinaia di messaggi di dolore e di accuse: ma dalla storia di Carolina, anche un retroterra di dispiaceri e disagio
Non si placa sul Web la rabbia per il suicidio della ragazzina di 14 anni di Novara dopo le vessazioni subite da alcuni suoi coetanei. Su Twitter centinaia di amici e parenti hanno cominciato a lanciare messaggi ma gli investigatori, i carabinieri e il procuratore capo di Novara, Francesco Saluzzo, invitano alla calma e a "fare attenzione a non dar vita ad alcuna caccia alle streghe, a non mettere sotto accusa chissà chi".
Il procuratore Saluzzo aggiunge: "E' stata una grande tragedia, e bisogna stare attenti a non creare situazioni che possano portare ad altre tragedie simili".
I messaggi sono tutti dello stesso tono, pieni di rabbia nei confronti di chi, secondo loro, aveva causato quel tragico gesto: dei bulli, dei ragazzi che negli ultimi tempi l'avrebbero offesa e presa in giro. Giovani oggi messi sotto accusa dal mondo dei social network, ancora una volta perentorio e protagonista di una vicenda tragica che riguarda da vicino una adolescente vessata dai suoi coetanei.
La giovane si e' uccisa nella notte tra venerdi' e sabato. Si è lanciata nel vuoto, alle 3 di notte. Il papà, un funzionario in pensione della De Agostini, separato da pochi mesi, era andato a prenderla a casa di amici. L'allarme l'ha dato un vicino che ha sentito il tonfo in cortile. Aveva iniziato l'anno scolastico frequentando le Magistrali, poi aveva cambiato scuola, passando al 'Pascal' di Romentino. Era una ragazza apparentemente serena, aveva una sorella più grande, era una sportiva (era tesserata Libertas Atletica Oleggio), ma nonostante tutto qualcosa sembra averla ferita al punto da condurla a togliersi la vita. Forse la lontananza della madre, che dopo la rottura con la famiglia si è trasferita in Brasile, forse la tragica scomparsa del fratello. Ora si cerchera' di capirne il motivo, tra i mille interrogativi che sempre pone l'adolescenza.
"Si è suicidata per colpa di chi la sfotteva" dice chi la conosceva. Si parla di voci nate dopo una festa, festa nella quale, continua il torrente delle parole, Carolina avrebbe respinto qualche corteggiatore che poi, in qualche maniera, abbia poi abusato di lei. "L'avete uccisa con le vostre parole", ribadiscono gli amici su Facebook. E si parla di foto messe in Rete senza la sua autorizzazione. E proprio i social network sono diventati la cassa di risonanza di questa storia, l'ennesima, di adolescente suicida. Su Twitter in 24 ore l'hashtag RipCarolina è stato ritwittato 2600 volte. Una valanga di commenti e pensieri postati da conoscenti, ma anche da chi non l'aveva mai vista.
Una storia, questa di Novara, che ricorda un'altra tragedia analoga, accaduta il 22 novembre scorso, a Roma, quando si uccise, impiccandosi, un ragazzo di soli 15 anni, apostrofato come 'gay' su Facebook. Anche in quel caso gli investigatori non prefigurarono un ipotesi si reato, ma furono in molti a dire che vi fu un'istigazione al suicidio, una vera opera di stalking nei suoi confronti tramite i social network. Pure la madre del giovane, alla fine fini' su fb per disperazione, perche' la' gli sembrava di sentire piu' vicino il figlio che non c'era piu'. Qualche giorno dopo il suicidio del giovane romano, il 30 novembre, a Vicenza, i carabinieri cominciano ad indagare su una storia di stalking ai danni di un altro ragazzino ''accusato'' dal popolo dei social network di essere effeminato e forse un gay. Anche li' un gruppo di bulli aveva preso di mira un coetaneo, come per annientarlo, incuranti e inconsapevoli delle possibili conseguenze del loro operato.