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Rapina in villa, Corazzo: "Non volevo uccidere ma difendermi"

Parla il gioielliere di Lucino, che ha colpito al cuore uno dei ladri durante un tentativo di rapina in casa: "Grazie a Dio ero armato"

Rodolfo Corazzo
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"Ho fatto di tutto per difendere la mia famiglia, mia figlia e mia moglie". Lo ha affermato Rodolfo Corazzo, il commerciante che martedì sera ha sparato a un rapinatore a Lucino, nel Milanese, uccidendolo. "La mia intenzione non era uccidere ma di mandarli via" ha aggiunto l'uomo, incontrando la stampa nello studio del suo avvocato. "Grazie a Dio avevo un'arma addosso, se non ero armato ci avrebbero uccisi, ne sono certo", ha aggiunto.

L'uomo, ancora visibilmente provato da quanto successo, ha voluto incontrare i giornalisti per dare la sua versione.

"Se papà non parla ti tagliamo le dita" - Nel ricostruire quanto successo, Rodolfo Corazzo si è commosso più volte, soprattutto parlando della sua famiglia, della moglie e della figlia di 11 anni, che - ha raccontato - è stata intimidita dai rapinatori: "Gli avevo dato tutto, in casa non avevo niente ma loro insistevano minacciandomi, hanno cercato di intimidire anche mia figlia che ha 11 anni, l'hanno portata al piano di sopra e le hanno detto 'se tuo papà non ci dice dove sono i soldi gli taglieremo le dita'. "Ci hanno tenuti un'ora e mezza sotto la minaccia di una pistola, loro - ha detto il commerciante - hanno sparato sei colpi con una pistola che io avevo nel caveau, io ho sparato solo tre colpi, i primi due sono andati a vuoto, con il terzo ho colpito uno di loro ma senza prendere la mira".