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Caso Yara, Corte respinge perizie Bossetti: sentenza entro giugno

Per i giudici sono superflue le ulteriori indagini chieste dalla difesa. Il processo va quindi avanti fino alla chiusura

La Corte d'Assise di Bergamo ha respinto le richieste di perizia sul Dna e sull'allineamento delle telecamere di sorveglianza chieste dalla difesa di Massimo Bossetti.

I giudici hanno ritenuto "non decisivo ogni ulteriore accertamento" nell'ambito del dibattimento. Prosegue dunque il processo, la sentenza dovrebbe arrivare entro giugno.

La presidente della Corte d'Assise Antonella Bertoja ha spiegato che per la perizia di approfondimento sul Dna richiesta dalla difesa "non è decisivo ogni ulteriore accertamento". Riguardo la richiesta di perizia sull'allineamento delle telecamere di sorveglianza della zona dove per l'ultima volta è stata vista Yara, Bertoja ha parlato di "superfluità di una nuova perizia". E ancora "superfluo ogni ulteriore approfondimento" sulle fibre di tessuto; mentre in materia medico-legale ha sottolineato "l'impossibilità di acquisire ulteriori elementi" utili a definire con certezza tempi e modalità del decesso, per cui diventa "superfluo ogni ulteriore esame".

La pm Letizia Ruggeri si era fermamente opposta alla richiesta di nuove perizie. Aveva invece insistito affinché venisse accolto un supplemento di indagine da parte dei Ris che hanno analizzato le dimensioni del furgone ripreso. La difesa di parte civile non si era invece formalmente opposta alle richieste.

"Acquisire tutta corrispondenza Bossetti-detenuta" - I giudici hanno invece deciso che, come chiesto dai difensori, debba essere acquisita l'intera corrispondenza tra il muratore di Mapello e una detenuta del carcere che si chiama Gina. Il pm aveva chiesto l'acquisizione solo di alcune delle missive ma i difensori hanno chiesto entrino nel processo tutte quante perché queste vanno "contestualizzate". Alcune delle lettere contengono dei passaggi giudicati dall'accusa scabrosi e con riferimenti alle ricerche a sfondo pornografico contenute nei computer sequestrati all'imputato. Secondo la difesa, invece, il contenuto delle lettere non ha alcuna attinenza con quelle ricerche.

Potrebbe arrivare a metà giugno la sentenza per Massimo Bossetti. La Corte ha disposto che il 13 maggio prenda la parola il pm Letizia Ruggeri, poi la parte civile e i difensori in un calendario che si conclude il 10 giungo. Dopodiché è prevista la Camera di consiglio per emettere il verdetto.