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Reporter aggredito, Roberto Spada non va in carcere: ecco il perché

La vittima ha denunciato tardi il pestaggio e la prognosi è di "soli" 20 giorni. Il giornalista: "Non è un naso rotto che ci fermerà"

Reporter aggredito, Roberto Spada non va in carcere: ecco il perché - foto 1
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Dopo la brutale aggressione subita dal reporter Rai Daniele Piervincenzi ad opera di Roberto Spada sono in molti a domandarsi perché quest'ultimo sia ancora a piede libero.

La risposta è alquanto articolata ma è tutto nel pieno rispetto delle leggi. L'aver denunciato il fatto solo mercoledì, cioè un giorno dopo il pestaggio, ha fatto cadere la flagranza. E il reato di cui Spada è accusato è lesioni e non lesioni aggravate, quindi niente arresto.


La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'episodio e i carabinieri hanno già acquisito le certificazioni mediche del reporter Rai e del suo cameraman. Di sicuro mancano i presupposti previsti dal codice penale per l'arresto obbligatorio. Non c'è flagranza di reato e la denuncia è arrivata oltre le 24 ore. I medici, poi, hanno emesso una prognosi di 20 giorni che configura quindi il reato di lesioni e non lesioni gravissime (reato per cui è previsto il fermo).

Né arresto né altre misure restrittive visto che il reato prevede una pena massima di tre anni. Quindi, anche se si tratta di pregiudicati, il processo si svolgerà davanti al giudice di pace. C'è però l'ipotesi dell'arresto facoltativo previsto dal codice quando la "gravità del fatto o la pericolosità sociale dell'individuo" lo consentono. Il fatto che sia la Direzione Distrettuale Antimafia ad indagare potrebbe far presagire per Spada un esito diverso da quello delle ultime ore. Gli inquirenti stanno infatti valutando se il fatto sia avvenuto all'interno di un contesto mafioso. Tra le ipotesi, dunque, non si tralascia il fatto che l'aggressione sia avvenuta a Ostia, terra di clan, e all'interno di eventuali modalità criminali.