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Inchiesta sul carcere di Bergamo: arrestati l'ex direttore e altre 5 persone

Antonino Porcino, ora in pensione, è accusato di aver avuto rapporti con persone appartenenti alla malavita e di aver sottratto beni della struttura per trarne profitto pesonale, tra cui due wc appena comprati

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E' accusato di avere rapporti con persone appartenenti alla malavita.

Per questa ragione è stato arrestato Antonino Porcino, l'ex direttore del carcere di Bergamo. Secondo le indagini inoltre si era appropriato "a fini personali e di profitto" di alcuni beni della struttura penitenziaria come "due water nuovi e un video registratore digitale". L'arresto è scattato all'interno di un'inchiesta più ampia, nata per accertare se l'imprenditore Gregorio Cavalleri avesse avuto dei trattamenti di favore in carcere. In tutto sono 27 le persone coinvolte e sei quelle fermate.

Le accuse all'ex direttore Porcino avrebbe conosciuto persone legate alla malavita "in contesto di giochi" al casinò di Saint Vincent. Tra questi, si legge negli atti dell'inchiesta, "tale Jordan, di ingenti capacità economiche e di probabile origine rom". Nelle intercettazioni, è lui stesso a dire di sé che "spacca i milioni" e a chedere "l'amicizia" a all'ex direttore. Gli inquirenti hanno trovato l'arrestato in possesso di alcuni beni dell'Amministrazione carceraria di Bergamo. Nello specifico, "due water nuovi e imballati, un circuito DVR (un videoregistratore digitale) e plurime risme In di carta". Dagli oggetti sottratti al carcere sperava di trarne dei profitti personali. In tutto le accuse sarebbero addirittura cinque e molto pesanti: corruzione, turbata libertà degli incanti (cioè dei contratti fra pubblica amministrazione e privati), peculato, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato.

L'inchiesta Le indagini partono da lontano. Bisogna arrivare all'autostrada Salerno-Reggio Calabria e all'imprenditore Gregorio Cavalleri, che il 3 aprile 2017 era stato arrestato dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia che indagava sulla realizzazione della tratta. L'inchiesta in corso è partita successivamente, per accertare se l'uomo avesse goduto di un trattamento di favore mentre si trovava in carcere. Nello specifico, era riuscito a evitare il regime carcerario ordinario, facendosi ricoverare all'ospedale "Papa Giovanni XVIII" di Bergamo. Aveva presentato infatti alcuni certificati medici che attestavano uno stato di grave shock emotivo, ma alla prova dei fatti non risulta che il detenuto ne avesse effettivamente sofferto.

Le altre persone coinvolte In tutto sono 27 le persone ingate e per sei di loro sono scattati gli arresti. Fra i fermati, anche il comandante e un commissario della polizia penitenziaria di Bergamo, oltre al dirigente sanitario del carcere lombardo. Numerose le condotte illecite. Ad esempio, false attestazioni sanitarie finalizzate a far ottenere benefici economici a Porcino, che da pochi giorni è andato in pensione. Ma anche utilizzo di personale della polizia penitenziaria in servizio, dei veicoli dell'amministrazione e di materiale del carcere. Infine, anche assunzione clientelare di personale alla struttura penitenziaria bergamasca.