Monfalcone, stop per lo stabilimento Fincantieri
Sotto sequestro alcune aree, si indaga sullʼattività di stoccaggio e trattamento dei residui delle lavorazioni sulle navi, effettuate da aziende in subappalto.
Stop improvviso alle attività dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone (Gorizia).
Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti l'attività di stoccaggio e trattamento dei residui delle lavorazioni sulle navi, effettuate per conto di Fincantieri da aziende in subappalto.
L'ipotesi di reato, contro l'ex direttore del cantiere, Carlo De Marco, e i titolari di sei imprese, è di gestione di rifiuti non autorizzata. La Procura si era vista respingere la richiesta di sequestro per ben due volte, prima dal Giudice per le indagini preliminari e poi dal Tribunale, ma l'ha infine ottenuta vincendo il ricorso in Cassazione.
Per il gruppo cantieristico si tratta di una vera e propria 'tegola', in un periodo di ripresa della produzione. Pur annunciando ricorso contro il provvedimento Fincantieri si dichiara "costretta" a sospendere ogni attività a Monfalcone. E si tratta di circa 4.500 persone, tra dipendenti diretti e delle società in appalto. Da oggi possono lavorare soltanto gli addetti alla manutenzione degli impianti, cioè all'incirca un centinaio di persone.