A Monica Segatto, uno dei quattro agenti di polizia condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi, sono stati concessi i domiciliari
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"Mi sento presa in giro". Reagisce così Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, alla notizia dei domiciliari di Monica Segatto, uno degli agenti di polizia condannati per la morte del figlio diciottenne. "Io non conosco - dice - il decreto 'svuota carceri', ma credo che un omicidio non sia un reato minore. Credo che loro siano più tutelati degli altri solo perché sono poliziotti". "Ciò - conclude - mi avvilisce e mi fa star male".
"Ammazzare i ragazzi è un reato minore. Tutti questi anni di lotta e di fiducia, tutto sommato, nella legge, a cosa portano?", ha scritto poi Moretti in un post su Facebook. "Sembra - ha aggiunto - che questo ulteriore, ennesimo regalo per i colpevoli sia uguale alle risate che i poliziotti facevano in via Ippodromo. Ridono...".
Domiciliari per l'agente - Monica Segatto, uno dei quattro agenti di polizia condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi, è stata scarcerata. L'ha deciso il giudice di Sorveglianza di Padova, nel cui carcere la poliziotta era detenuta dopo l'ordinanza del 29 gennaio del tribunale di Sorveglianza di Bologna. Per Segatto è stata disposta la detenzione domiciliare. L'istanza della difesa è stata fatta, appunto, ai sensi della legge 199 del 2010, che consente la detenzione domiciliare per pene non superiori ai diciotto mesi: l'agente sta scontando i sei mesi residui (per via dell'indulto) della condanna a tre anni e sei mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo del diciottenne morto a Ferrara nel 2005, durante un controllo di polizia. Con lei sono stati condannati i colleghi Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri, tutt'ora in carcere dopo la decisione del tribunale di Sorveglianza bolognese.