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Dopo il divieto di selfie per i medici, stretta social su magistrati e polizia

Diversi casi di commenti "imbarazzanti" espressi da agenti e giudici preoccupano le istituzioni, che ora corrono ai ripari

Dopo il divieto di selfie per i medici, stretta social su magistrati e polizia - foto 1
lapresse

Dopo il divieto di selfie per i medici in sala operatoria, scattato in seguito ai sempre più numerosi episodi segnalati al ministero e agli ordini professionali, anche altri settori si preparano a una stretta per l'attività sui social network.

Ad esempio, si stanno muovendo i vertici della polizia e il Csm, mentre carabinieri e guardia di finanza erano intervenuti già qualche anno fa.

In una circolare del 2013, infatti, i vertici dell'Arma e delle Fiamme gialle avevano vietato ai loro uomini di postare commenti, fotografie, o qualsiasi altro intervento sui social che potesse lasciar intendere che quella espressa era la posizione di carabinieri e guardia di finanza e non solo dei singoli utenti.

Ora lo stesso sembra intenzionata a fare la polizia, preoccupata per i commenti spesso troppo "di destra" di alcuni dei suoi uomini sui social: basti pensare, ad esempio, alle affermazioni dei due agenti che hanno ucciso a Sesto San Giovanni il terrorista autore della strage di Berlino, oppure al poliziotto che sempre sui social ha insultato la madre di Federico Aldrovandi. Tutti commenti che rischiano di essere interpretati come una presa di posizione condivisa dall'intera istituzione. La stretta allo studio dovrebbe quindi riguardare, come già succede per carabinieri e finanzieri, il modo in cui si opera sui social: sì al profilo personale, ma solo come privati cittadini e non come appartenenti alle forze dell'ordine.

Una misura analoga potrebbe essere adottata anche dal Csm dopo diversi episodi che hanno visto magistrati contestare sui social persone o addirittura sentenze: anche qui, la soluzione sarebbe quella di consentire l'attività su Facebook, ma solo chiarendo che gli interventi sono espressi a titolo privato e non a nome dell'istutizione.

E in tema di selfie e social, ha fatto discutere anche l'intervento del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che se l'è presa con chi usa le macerie della sua città per farsi foto ricordo: "Non venite ad Amatrice per farvi i selfie sulle macerie, sennò un pochettino mi incazzo: oggi ne ho visto qualcuno e l'ho scacciato in malo modo". Il primo cittadino ha spiegato che quelli "sono luoghi di dolore, serve rispetto. Chi vuole venire ad ammirare le bellezze dei paesaggi naturali e la montagna è benvenuto, ma lascino perdere le macerie: sono macerie umane, là c'è il dolore".