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Caivano, arrestato: "Non ho ucciso Fortuna". Indagate 2 inquiline

Intanto la Procura di Napoli Nord indaga su due inquiline del "palazzo degli orrori" per false dichiarazioni. Il padre della piccola: "Chi lʼha uccisa è una bestia"

"Non ho ucciso Fortuna, non ero lì quando lei è caduta, né ho mai commesso abusi sessuali".

Lo ha dichiarato, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, Raimondo Caputo, 43 anni, accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo buttandola giù dall'ottavo piano nel Parco Verde di Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014. Intanto due inquiline del "palazzo degli orrori" sono indagate per false dichiarazioni dalla Procura di Napoli Nord.

Fra le persone indagate vi è la donna che gli investigatori ritengono abbia raccolto la scarpa persa da Fortuna al momento della morte.

Il padre di Fortuna: "Chi l'ha uccisa è una bestia" - "E' una bestia che forse non ha neanche capito quello che ha fatto, in un altro Paese lo avrebbero condannato a morte". Questo lo sfogo del padre di Fortuna, Pietro Loffredo, nei confronti del presunto assassino di sua figlia, Raimondo Caputo.

La nonna alla nipotina: "Di' che non sai niente" - I depistaggi sulla morte di Fortuna Loffredo sono iniziati subito dopo la sua caduta dall'ottavo piano del palazzo dove abitava. Nel corso di una conversazione intercettata dagli investigatori, la nonna dell'amichetta di Fortuna, rivolgendosi alla nipotina, dice: "Io non so niente, così devi dire (...) non imbrogliarti con la bocca". La piccola di lì a poco viene ascoltata nuovamente dagli inquirenti. "Quando è morto mio nipote (Antonio Giglio, deceduto nell'aprile 2013 nello stesso modo di Fortuna) non ho accusato nessuno, ho detto che nessuno stava a casa mia", ha dichiarato la donna.