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Apertura di una discarica vicino a Villa Adriana scatena opposizioni da tutto il mondo

Rischio contaminazione, ministri e intellettuali contrari ma il prefetto non cambia idea

Dal Web

Una passeggiata tra le rovine dell'antica residenza dell'imperatore Adriano, tra alberi e fiori, più in là si prosegue la camminata nei prati vicini respirando gli odori dell'ambiente circostante. Ma attenzione, presto potrebbero non essere più così profumati. Il Commissario straordinario ai rifiuti e Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro vuole aprire una discarica proprio nell'area di Corcolle, a due passi dalla splendida Villa Adriana.

Immediate le reazioni da parte dei ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali, Clini e Ornaghi, del sindaco Alemanno, degli ambientalisti e non solo. Intellettuali da tutto il mondo si sono sollevati contro l'incredibile idea addirittura organizzando una raccolta firme.

Bernard Fisher, direttore del Virtual World Heritage Laboratory ed esperto del mondo classico e latino, è già riuscito a raggiungere quasi cinquemila sottoscrizioni da tutto il mondo contro l'apertura della discarica. “È impensabile che la Villa e il territorio circostante debbano subire il degrado che ovviamente deriverebbe dal progetto”.

La notizia che a seguito della chiusura del mega-mondezzaio di Malagrotta, si sia pensato di costruire un raccoglitore di rifiuti a soli 700m dall'area patrimonio dell'Unesco ha scioccato e indignato tutti i maggiori esponenti dell'ambiente culturale. Archeologi, architetti, professori delle più importanti università americane, personalità di spicco del Prado, del Louvre, dell'Hermitage di San Pietroburgo sono increduli all'idea che uno dei siti più belli e riconosciuti a livello mondiale per valore artistico e naturale venga deturpato dalla grande pattumiera.

Se Gianni Alemanno, il sindaco di Roma è assolutamente contrario alla proposta e sul suo blog si è appellato alle autorità competenti perché tengano conto del patrimonio che il sito rappresenta per l'Italia, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, sembra silenziosamente sostenere l'idea del Prefetto.

Alle critiche Pecoraro ha risposto: “Da parte mia non c'è alcuna intenzione di ledere il territorio, ma il mio obiettivo è superare l'emergenza e per farlo bisogna fare delle scelte. L'obiettivo primario che mi guida è l'interesse pubblico”. Il Commissario, quindi, non cede e continua a sostenere che la discarica vada aperta proprio a Corcolle.

Ma da una lettera scritta dai ministri dell'Ambiente, Corrado Clini e dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, del 10 maggio a Mario Monti emerge anche un altro problema: c'è il rischio di contaminazione ambientale.

Nella lettera si legge: “Corcolle insiste su un'area vulnerabile del sistema acquifere o regionale caratterizzata da una presenza significativa di pozzi d'uso prevalentemente agricolo, igienico e domestico. La discarica metterebbe a rischio un'importante quota di approvvigionamento idrico della capitale”.

I ministri spiegano inoltre che la barriera geologica naturale necessaria per la creazione di un eventuale discarica è estremamente ridotta “e caratterizzata da una permeabilità non conforme ai requisiti di legge con rischi di contaminazione ambientale del sistema acquifero regionale”.

Insomma, le rimostranze al progetto non riguardano solo la tutela del patrimonio artistico e naturalistico del Paese ma anche i possibili danni a livello ambientale. Forse è il caso di dirlo: questa discarica “non s'adda fare” per lo meno non a pochi metri da Villa Adriana e dall'acquedotto che rifornisce l'intera Capitale.