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Valanga sull'hotel Rigopiano, si continua a scavare: 4 morti

Soccorritori al lavoro anche nella notte a Farindola, nel Pescarese. Recuperati due superstiti, tra le decine di dispersi anche alcuni bimbi. Sindaco: "Ci sono poche speranze di trovare ancora qualcuno in vita"

Si continua a scavare senza sosta tra neve e macerie a Farindola, nel Pescarese, dove una valanga ha travolto l'hotel Rigopiano dopo le scosse di terremoto che hanno colpito la zona.

Nella struttura c'erano circa 35 persone: tre cadaveri sono già stati recuperati, un quarto è stato individuato. Tra i dispersi anche alcuni bambini. Il sindaco: "Le speranze di trovare persone in vita si riducono di ora in ora". I soccorritori: "I cani non rilevano segnali".


Nella struttura c'erano 35 persone - Dai dati registrati dalla questura, nella struttura c'erano 22 clienti e 7 dipendenti, più qualche altro ospite. "Erano 35 persone", ha confermato a "Dalla Vostra Parte" Bruno Di Tommaso, il direttore dell'hotel. Tre le salme recuperate, una individuata, due i sopravvissuti. Di tutti gli altri non c'è traccia. "Con il passare delle ore le speranze di trovare qualcuno in vita si riducono sempre di più, per questo l'unica cosa che mi vien voglia di fare è abbracciare uno ad uno tutti i parenti di chi era lassù", dice il giovane sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta.

Il racconto dei sopravvissuti - Sono solo in due, dunque, quelli che al momento, possono raccontare l'incubo. Fabio Salzetta, il tuttofare dell'albergo, deve la vita al cemento armato del locale caldaia; Giampiero Parete, invece, al mal di testa della moglie, che sta ancora sotto le macerie insieme ai figli di 6 e 8 anni. Alle 17.40, dieci minuti dopo la slavina, Giampiero aveva già capito tutto: "E' caduto l'albergo", ha scritto in un sms al suo datore di lavoro. "Ho sentito rumori e scricchiolii. Poi ho visto la montagna cadere addosso all'edificio". Dopo le scosse di terremoto della mattina, tutti avevano deciso di lasciare l'albergo: avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Ma lo spazzaneve non è mai arrivato.


Difficilissimo per i soccorritori raggiungere l'albergo - Per liberare le strade dal muro di neve ci sono volute ore. I primi a raggiungere la zona, mercoledì notte, sono stati gli uomini del soccorso alpino, con le pelli di foca sotto gli sci. "Una roba da non credere, è stato scioccante, mai visto niente del genere. Temo ci siano poche speranze di ritrovarli in vita", ripetono. La frana è "immensa, scavare è difficilissimo: non c'è più niente". Luca Cari, il direttore della comunicazione d'emergenza dei vigili del fuoco, usa frasi secche: "La situazione è drammatica. L'intera struttura è stata spazzata via, è rimasto in piedi solo un pezzetto. Ci sono tonnellate di neve, alberi e detriti".

La struttura distrutta dalla neve - La struttura è stata sventrata dalla massa di neve, con una forza violentissima. La slavina ha un fronte di 300 metri e un metro cubo di neve pesa 850 kg. L'intero corpo principale, di due piani, di fatto non esiste più. Del piano più alto restano i tondini di ferro che spuntano dai pilastri spezzati e pezzi di cemento mischiati a neve e rami di albero. Il piano terra, invece, è invaso di neve e macerie. Ma brandelli di cemento sono anche a cento metri da dove dovrebbero essere. L'unica cosa che ancora resta dell'albergo è il corpo nuovo, quello con la piscina e la Spa. "Ma anche là dentro - dice chi ha scavato per tutta la giornata - è tutto distrutto, la neve si è infilata ovunque".