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Paolo Villaggio: "La banana? Solo un'ipocrisia, noi siamo razzisti"

Fanno discutere le parole dellʼattore genovese: "Noi europei siamo dei buonisti, ma i nostri rapporti con le persone di colore sono ancora improntati sullʼipocrisia: la cultura africana è inferiore"

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Splash News

Mentre il web ha raccolto la "sfida della banana" contro il razzismo, lanciata dal giocatore del Barcellona Dani Alves, fanno discutere le parole dell'attore Paolo Villaggio che, dai microfoni di Radio Capital, intervistato da Vittorio Zucconi, rilancia: "Ma quale rivoluzione anti razzista.

Noi fingiamo di essere buoni. Quella africana è una cultura inferiore".

"Tutti i giornali del mondo hanno messo in prima pagina la famosa banana come una rivoluzione antirazzista, ma noi fingiamo di essere buoni. Fingiamo di non essere razzisti purtroppo - ha detto Villaggio -. La nostra cultura non ha ancora accettato una cultura inferiore come quella che viene dall'Africa. Non è il colore della pelle, è la differenza culturale. Indubbiamente non è confrontabile con la grande cultura europea".

"Rapporti con le persone di colore improntati sull'ipocrisia" - "Noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi... tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo - ha quindi spiegato l'attore. Alcuni anni fa ho fatto un film in America diretto da Nanni Loy, "Sistemo l'America e torno" contro il razzismo. Alla fine delle riprese l'attore nero con cui avevo girato mi ha detto: la cosa che mi fa più male è sentirmi dare la mano con finta amicizia. I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una leggera ipocrisia".