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Nata la sorellina della "bimba farfalla": si chiama Gloria ed è sana

La piccola è venuta al mondo il 22 giugno: gli esami prenatali hanno escluso che sia affetta dalla stessa malattia della sorellina morta 6 mesi fa

I genitori toscani di Sofia, la "bambina farfalla" morta sei mesi fa nonostante il tentativo di salvarla ricorrendo alle cure del "metodo Stamina", sono diventati di nuovo genitori.

Il 22 giugno è infatti nata la sorellina della piccola, Gloria. E, spiegano i genitori con un post su Facebook, "grazie a Sofia sappiamo dalle indagini genetiche prenatali che Gloria non avrà il deficit enzimatico che provoca la leucodistrofia metacromatica".

"Nella sua imprescrutabile Sapienza - spiegano i genitori, la 38enne giornalista Caterina Ceccuti e il 44enne architetto Guido De Barros - Sofia ha compiuto il suo destino, indicandoci una missione di vita ed assecondando i tempi di una staffetta che mai avremmo potuto prevedere... assicurando le stesse premure ed attenzioni esclusive avute da mamma e babbo, alla sorellina che doveva nascere".

Così il 22 giugno, "a sei mesi dalla nascita in cielo di Sofia, abbiamo conosciuto Gloria, tre chili e mezzo di bambina rosacea e paffuta, arrivata puntuale, il giorno previsto dopo un parto naturale vissuto intensamente. Siamo convinti che Gloria e Sofia si conoscano già benissimo, anzi, abbiamo la certezza che il loro legame precorra il loro stesso concepimento, quando il Cielo predisponeva gli eventi secondo il disegno noto soltanto alle creature celesti. Attraverso la Sapienza di Sofia, accogliamo la bellezza della Gloria nelle nostre vite".

Sofia, che alla nascita era una bimba senza problemi, a un anno e mezzo aveva iniziato a mostrare i segni della malattia, cominciando a zoppicare. E poi, con il passare degli anni, era diventata anche cieca trasformandosi nella "bambina farfalla", come vengono chiamati i piccoli affetti da leucodistrofia metacromatica. I genitori avevano provato di tutto per salvare la figlioletta, ricorrendo perfino al metodo Stamina e battendosi per la libertà di concedere a chiunque cure compassionevoli anche se non ufficialmente riconosciute dalla scienza. Ma era stato tutto inutile.