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Zika, costretta ad aborto a Lubiana: il feto non cresceva

Era il 2012 quando ha deciso di lasciare il Veneto per trasferirsi a Natal. Studiava biologia. E a marzo ha scoperto di essere incinta.

Zika, costretta ad aborto a Lubiana: il feto non cresceva - foto 1
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"Sarebbe dovuto nascere il giorno dell'Immacolata, a Verona.

Non ne ha avuto il tempo: Zika è stato più veloce ". E' la prima "vittima" italiana del virus che ha colpito il Centro America. Lo racconta la mamma Sofia, 26 anni, che fino a pochi mesi fa viveva in Brasile, dove si è sposata. Era il 2012 quando ha deciso di lasciare il Veneto per trasferirsi a Natal. Studiava biologia. E a marzo ha scoperto di essere incinta.

"Una mattina mi sono svegliata - racconta a Repubblica - con dolori alle ossa e febbre altissima. Ero all'inizio del terzo mese, mi sono spaventata ". "La mia ginecologa di Natal. Al telefono mi ha detto: "Stai tranquilla, dovrebbe essere il nuovo virus, si chiama Zika". Non avevo mai sentito quel nome in vita mia. Ma lei mi ha rassicurato: "Passa nel giro di qualche giorno, non devi fare nulla". Mi sono fidata". Poi la tragedia, inaspettata.

"Sono stata indotta al parto il 15 ottobre, in una clinica di Lubiana, dove mi avevano consigliato di rivolgermi. Il suo cuore non batteva più. Ho solo queste impronte del piede e della mano che mi ricordano mio figlio. I suoi tessuti li ho donati ricerca: un mese più tardi mi hanno mandato risultati dell'autopsia. Nel suo cervello hanno trovato, per la prima volta in Europa, il virus Zika.