Belluno, rischio crollo per la chiesa: il vescovo silenzia il campanile
L'edificio sacro è inagibile ormai da 80 giorni, ovvero da quando l'ultimo importante cedimento di terreno è arrivato a scoprire le fondamenta dell'edificio
Il rischio di crollo ormai è così elevato che per limitare il più possibile qualsiasi tipo di "sollecitazione" il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, ha deciso di fermare le campane della chiesa di San Martino vescovo. L'edificio, in bilico su uno strapiombo sulla gola del Boite, è ora sotto "esame": sono infatti iniziate le rilevazioni elettriche e sismiche sull'ultimo spuntone di montagna a cui è aggrappata la chiesa.
Solo l'intervento condotto dall'Università di Parma e dall'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste, potrà dire se e come sarà possibile un ancoraggio dell'edificio settecentesco alla roccia. Nel frattempo però, dopo 300 anni di attività, il campanile è stato silenziato. La chiesa intanto è chiusa da 80 giorni, ovvero da quando, l'ultimo importante cedimento di terreno è arrivato a scoprire le fondamenta dell'edificio.
La Soprintendenza per le belle arti e la Diocesi di Belluno-Feltre hanno cominciato il trasferimento delle suppellettili e delle opere, fra cui una pala di Francesco da Milano, mentre le Autortià monitorano i movimenti della frana che minaccia anche la strada sottostante e alcune case.
Nonostante la situazione limite, la sindaca di Valle di Cadore, Marianna Hofer, si dice ottimista: "Ho buone sensazioni - ha racconato infatti a Il Gazzettino - perché vedo che c'è collaborazione da parte di tutti. Certo, monsignor Marangoni ha dovuto chiedere che non vengano più suonate le campane, per evitare vibrazioni e interferenze durante i rilievi. Ma sentiamo il vescovo tanto vicino: spesso al sabato e alla domenica è lui a celebrare le messe nella sala del cinema e i fedeli sono molto più numerosi".
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