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L'appello di Massimiliano, malato di sclerosi multipla: "Aiutatemi a morire in Italia"

"Mi sento intrappolato in un corpo che non funziona più", dice l'uomo, che "non è autonomo e peggiora di giorno in giorno"

L'appello di Massimiliano, malato di sclerosi multipla: "Aiutatemi a morire in Italia" - foto 1
Ufficio stampa

Drammatico appello di Massimiliano, toscano, da 6 anni malato di sclerosi multipla.

"Vorrei essere aiutato a morire a casa mia", chiede in un video diffuso dall'associazione Coscioni. A causa della malattia non è "più autonomo in niente e peggiora giorno dopo giorno". "Mi sento intrappolato in un corpo che non funziona più - spiega l'uomo- "se non avessi paura del dolore, avrei già provato a togliermi la vita più di un anno fa, per questo vorrei essere aiutato a morire senza soffrire in Italia ma non posso perché non dipendo da trattamenti vitali".

 

La richiesta di aiuto - Un video in cui Massimiliano appare insieme al padre, chiede aiuto per poter morire nel suo letto spiegando la sua situazione. "Da 6 anni soffro di una sclerosi multipla che mi ha già paralizzato. Posso muovermi solo in sedia a rotelle con l'aiuto di qualcuno. Non sono più autonomo in niente, non posso più alzarmi dal letto o andare in bagno da solo. La malattia progredisce e peggiora giorno dopo giorno. Riesco ancora a muovere il braccio destro, ma mi sta abbandonando pure lui, non ha più presa", spiega.

 

Un corpo come una macchina rotta - Poi Massimiliano aggiunge: "Mi sento intrappolato in un corpo che non funziona più, una macchina rotta. Se non avessi paura del dolore, anche di una semplice puntura, avrei già provato a togliermi la vita più di un anno fa. Per questo vorrei essere aiutato a morire senza soffrire in Italia, ma non posso, perché non dipendo da trattamenti vitali. Sto pensando di andare in un altro Paese. Tutte le persone che mi vogliono bene rispettano questa scelta. I miei amici, le mie sorelle e anche mio padre. Fratelli di questa Italia, io non credo più in questo Stato. Se voi ci credete, fate qualcosa", ha spiegato.

 

Una richiesta di aiuto al giorno - Le richieste di aiuto in tema di fine vita arrivano ormai ogni giorno all'Associazione Luca Coscioni: i malati lo fanno via mail o tramite la infoline gratuita che offre informazioni ai cittadini sul testamento biologico, sulle cure palliative, sul suicidio assistito e sulle norme che regolano l'eutanasia. Come riporta l'Associazione Luca Coscioni, negli ultimi 12 mesi sono oltre 9.700 le persone che hanno chiesto informazioni sul fine vita. In particolare, più di 20 persone al mese (quasi una persona) hanno chiesto informazioni e il modulo per accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia o contatti con le associazioni svizzere. 

 

Come funziona in Italia - Massimiliano non è "tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi, non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l'accesso al suicidio assistito in Italia. Nel nostro Paese, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l'aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale che ha valore di legge, il suicidio assistito è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale (condizioni che devono essere verificate dal Sistema sanitario nazionale).

 

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