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Crocifissa Firenze, decisivo il Dna del killer Pm: "Il mostro è uomo della porta accanto"

Il profilo genetico di Riccardo Viti presente in quattro casi di violenze su dieci. Dopo la confessione lʼuomo è stato arrestato per omicidio volontario ed è stato portato al carcere di Sollicciano. Per la prestazione aveva pagato 30 euro. La gente fuori dalla questura gli ha gridato: "Carnefice, impiccati"

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La prova del Dna è stata decisiva per l'arresto di Riccardo Viti, fermato a Firenze per l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir. Il 55enne risulta indiziato anche per altri nove episodi. Il suo profilo genetico coincide con quello rilevato sul luogo del delitto e con quello trovato in altri tre casi precedenti riguardanti violenze a prostitute. All'identificazione di Viti si è arrivati anche attraverso la descrizione di donne che avrebbe violentato.

Crocifissa Firenze, decisivo il Dna del killer Pm: "Il mostro è uomo della porta accanto"

Tra i casi in cui è stata riscontrata la presenza del profilo genetico di Riccardo Viti, quello del marzo del 2013, quando una prostituta di 46 anni fu trovata, viva, legata a una sbarra nello stesso modo della ventiseienne romena. Anche in quel caso la donna era stata legata con del nastro adesivo bianco e verde con stampata la sigla dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Viti dopo l'interrogatorio è stata portato al carcere di Sollicciano.

L'assassino "ha confessato pienamente" - Riccardo Viti "ha confessato pienamente, ha cominciato a fare le prime ammissioni già al momento della perquisizione". Lo ha detto il procuratore capo della Procura di Firenze, Giuliano Giambartolomei. Gli inquirenti hanno fermato l'uomo per omicidio volontario. Il provvedimento è stato adottato a conclusione dell'interrogatorio avvenuto in questura.

"Il mostro? E' l'uomo della porta accanto" - "Quello che è stato definito mostro è l'uomo della porta accanto", ha detto ai giornalisti il procuratore capo durante la conferenza stampa. "Una persona normale che ha un'attività lavorativa, che è regolarmente sposato e con un figlio della convivente", ha spiegato. "L'indagato ha presente il suo vissuto, aveva evidentemente qualche scompenso psichiatrico e viveva la sua sessualità con una certa devianza", ha aggiunto il pm Paolo Canessa.

"Caso risolto in quattro giorni" - "Abbiamo avuto la prima segnalazione" dell'omicidio di Andreea Cristina Zamfir "alle ore 10 del 5 maggio, oggi possiamo dire con certezza che il caso è stato risolto in meno di 4 giorni con il massimo impegno di tutti, di polizia e carabinieri. Massimo impegno significa non dormire, non mangiare per arrivare al risultato", ha concluso Giambartolomei.

La prestazione con la romena pagata 30 euro - Ha detto di essere "andato oltre" con la prostituta romena e che di solito procedeva con il gioco erotico solo se le lucciole erano consenzienti. Lo ha riferito il pm a proposito dell'interrogatorio di Viti. ''L'indagato è stato molto lucido nel difendersi perché ha raccontato che finché queste prostitute erano consenzienti, si sentiva tranquillo, mentre se qualcuna reagiva, ha raccontato che lui scappava, andava via'' e le lasciava lì sul posto. L'idraulico sceglieva casualmente le prostitute, anche in base alla loro disponibilità a subire il gioco erotico che gli proponeva. Per le prestazioni pagava ''150 euro all'inizio, poi - ha detto al pm Canessa - da quando sono disoccupato cerco di risparmiare''. La prestazione con Andreea Cristina Zamfir era stata pattuita per 30 euro.

La gente gli grida "carnefice di merda"- "Carnefice di merda! Impiccati!". Così un cittadino ha urlato a Riccardo Viti, arrestato come maniaco delle prostitute di Firenze, mentre scortato dagli agenti fuori dalla questura veniva condotto su un'auto di servizio e portato in carcere.