L'atleta era finito in carcere ad aprile per terrorismo internazionale
Nella casa a Lecco di Abderrahim Moutaharrik, il campione di kickboxing finito in carcere ad aprile per terrorismo internazionale, gli investigatori della Digos hanno trovato un "pugnale da combattimento" simile a quello usato "da un miliziano del 'Califfato' in un filmato" rinvenuto nello smartphone del marocchino. Emerge dagli atti dell'inchiesta milanese conclusa con la richiesta di giudizio immediato per 4 persone.
Dal verbale di perquisizione si apprende che il pugnale da combattimento era custodito "all'interno di uno zaino posto sotto il materasso del letto matrimoniale". Nel video trovato nello smartphone del marocchino apparirebbe un coltello molto simile in prossimità del collo di una persona condannata come 'traditore dello stato islamico' e decapitata. Moutaharrik aveva ricevuto questo filmato da un anonimo attraverso la piattaforma Telegram.
La Digos - coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dai pm Enrico Pavone e Francesco Cajani - nel verbale di perquisizione, fa riferimento al "poema bomba" che il pugile ricevette via WhatsApp dagli uomini del Califfato, con "l'ordine di uccidere gli infedeli" e "colpire il nemico attraverso lo 'sgozzamento', quindi attraverso l'uso del coltello". Così recita, infatti, l'inizio del "poema":"Colpisci! Dalle tue palme, eruttano scintille e sgozza! Che col coltello e' attesa la gloria, fai esplodere la tua cintura nelle folle gridando 'Allah Akbar'! Colpisci!".
La tunica Nella casa del campione di kickboxing, inoltre, gli investigatori hanno trovato anche una tunica che, a quanto riporta la Digos, sarebbe appartenuta a Oussama Khachia, giovane che viveva a Varese e morto 'martire' in Siria combattendo per l'Isis, e sarebbe stata donata a Moutaharrik in segno di investitura. A casa del pugile, inoltre, "sono stati rivenuti anche i progetti cartacei manoscritti e presumibilmente realizzati a due mani dalla coppia e finalizzati alla successiva realizzazione della casacca di colore nero riportante le scritte riconducibili all'Isis indossata da Moutaharrik stesso in numerosi combattimenti". Casacca "anche ostentata sul proprio profilo facebook".
Sempre nell'abitazione dei due presunti 'soldati' dell'Isis gli investigatori hanno trovato anche "alcune agende e fogli cartacei di particolare interesse" scritti dalla moglie del pugile, Salma Bencharki. E' in una di queste agende che sarebbe stato trovato il "poema bomba". Gli investigatori, inoltre, hanno rintracciato anche "vergati" - a mano e in lingua araba - "tre tipi di giuramento di fedelta' ai vari leaders del Califfato". E poi ancora fogli con un "brano" spesso "ascoltato da entrambi i coniugi durante il tragitto in autovettura" che recita un saluto rivolto ad Al Baghdadi' e allo Stato Islamico.