I giovani, che si trovano in strutture differenti, aggredirono lanciando pietre e oggetti contundenti un 26enne straniero, a gennaio. All'arrivo dei carabinieri tentarono poi, con ogni mezzo, di evitare il riconoscimento e l'arresto
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Sono stati collocati in sette comunità differenti, ciascuno isolato dagli altri, i minori coinvolti in una violenta aggressione, avvenuta a gennaio a Taranto, ai danni di un giovane straniero. La misura cautelare è stata disposta dal gip del Tribunale per i minorenni di Taranto, Paola Morelli, su richiesta del pm Lelio Festa, e notificata dai carabinieri. I sette (tre 14enni, un 15enne, un 16enne e due 17enni), sono indagati per lesioni personali aggravate dall'odio razziale, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio, violenza privata e violazione del codice della strada.
Secondo l'inchiesta, il gruppo aveva accerchiato un bracciante straniero di 26 anni, trasformandolo in un bersaglio umano, lanciandogli pietre e oggetti contundenti che lo avevano colpito al volto e al corpo, procurandogli ferite giudicate guaribili in venti giorni. Poi, a 48 ore da quell'aggressione, gli stessi minori sarebbero tornati a insultare e prendere di mira la vittima, arrivando a lanciare sassi contro la sua abitazione.
Quando i carabinieri sono intervenuti per fermare la violenza, i ragazzi - con il volto coperto - hanno cercato di impedire il passaggio dell'auto di servizio, usando i cassonetti della spazzatura come barricate. Alcuni impugnavano spranghe, altri lanciavano pietre contro i militari, tentando con ogni mezzo di ostacolare il riconoscimento e l'arresto.
In un secondo episodio, il 30 gennaio, due di loro - sempre incappucciati e armati di bastoni - hanno fermato un'auto guidata da una donna, bloccandola e costringendola ad avanzare lentamente tra insulti e nuove raffiche di sassi. Anche in quel caso, all'arrivo delle forze dell'ordine, la situazione è degenerata in una vera e propria guerriglia urbana. Gli indagati nei giorni scorsi hanno reso interrogatori preventivi, accompagnati dai loro legali Salvatore e Andrea Maggio, Gaetano Vitale, Giuseppe Leoni, Glenda Schirano, Caterina Palumbo e Alcide Passamanti.