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Stadio Roma, la rete politica di Luca Parnasi: "Il governo lo sto facendo io"

Dalle intercettazioni emergono rapporti con Lega e M5s: già a gennaio lʼimprenditore parlava di un governo bicolore e lavorava per "infiltrarsi nelle istituzioni". Anche con una cena "riservata" con Giancarlo Giorgetti

Stadio Roma, la rete politica di Luca Parnasi:
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Già a gennaio, ancora prima delle elezioni, ipotizzava (e sperava) un governo Lega-M5s.

E così Luca Parnasi, l'imprenditore arrestato con l'accusa di corruzione per la vicenda dello stadio della Roma, si era dato da fare per tessere la sua tela. Tanto che, due mesi dopo, i carabinieri mettono a verbale le intercettazioni dei discorsi durante una cena segreta tra Parnasi, l'ormai ex presidente Acea Luca Anzalone e il leghista Giancarlo Giorgetti.


Un incontro che i militari indicano come una delle "evidenze acquisite che rivela come il dominus dell'associazione investigata (sempre Parnasi, ndr), avvalendosi dei suoi sodali, sia in grado di permeare le istituzioni pubbliche". Anche perché, tornando a gennaio, l'imprenditore raccontava a un amico che "noi in questo momento con i 5 Stelle abbiamo una forte credibilità. Vuoi la previsione di Luca Parnasi? C'è un rischio altissimo che questi facciano il governo, magari con Matteo Salvini insieme, e quindi noi potremmo pure avere... incrociamo le dita, silenziosamente, senza sbandierarlo, un grande rapporto".

Rapporto che, stando alle intercettazioni, era più forte con la Lega ("Io con Matteo sono amico fraterno. Si fa campagna con me, siamo fuori, siamo proprio amici"), mentre il M5s era fonte di preoccupazione: "Questi sono Cinque stelle, irresponsabili e se ne fregano - spiega Parnasi nella stessa intercettazione, mostrandosi preoccupato per i possibili risvolti politici -. Ora come andiamo alle elezioni? Incontrerò anche la Lombardi".

A urne chiuse, Parnasi è sempre più convinto che il governo che nascerà sarà un bicolore M5s-Lega. E quindi, secondo gli inquirenti, "per completare l'opera di infiltrazione" organizza una cena riservata con Lanzalone e Giorgetti. A Lanzalone, infatti, il 9 marzo durante un pranzo spiega che "se hai bisogno, tieni conto che io parlo anche con Matteo direttamente, però in questo momento Giancarlo". Quel che Parnasi, Lanzalone e Giorgetti si dicono alla cena del 12 marzo, nel verbale dei carabinieri, è coperto da omissis, ma pochi giorni dopo, parlando con il suo commercialista dei contributi a Lega ed Eyu (una fondazione), l'imprenditore si vanta che "il governo lo sto a fare io".

Secondo l'informativa dei carabinieri, comunque, pur convinto che il governo sarebbe stato M5s-Lega, Parnasi non chiudeva altre porte. Tanto che in un'altra intercettazione, il 14 febbraio, chiedeva al suo commercialista se "hai parlato con Forza Italia e Fratelli d'Italia", mentre per quanto riguarda il Pd dice che ci penserà lui il giorno successivo. E dalle intercettazioni spuntano anche i nomi del presidente del Coni, Giovanni Malagò, e del faccendiere Luigi Bisignani.