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Sparatoria per gli arrosticini a Pescara, il tassista che ha fatto arrestare il fuggitivo: "Il sedile del taxi sembrava fatto di spilli"

L'uomo è stato premiato nel corso della cerimonia per il 170/o anniversario dalla Fondazione della Polizia di Stato. Ma sottolinea: "Non sono un eroe"

Sparatoria a Pescara, la scena ripresa dalle telecamere

"Ammetto: durante quelle tre ore è stato come se il sedile del mio taxi fosse fatto di spilli.

Ma in qualche modo la divisa te la porti sempre dentro, anche se da pensionato. E forse grazie al mio passato quarantennale nelle forze dell'ordine sono riuscito a restare freddo". A parlare al Corriere della Sera è il 67enne Vincenzo Femminelli, il tassista ed ex militare della Guardia di Finanza che per tre ore ha portato in macchina da Pescara fino ad un'area di servizio della A14 Federico Pecorale, il 29enne accusato di aver sparato domenica pomeriggio al cuoco 23enne di un ristobar di Pescara dopo una lite sugli arrosticini. "Non mi sento un eroe. Non sono un eroe", ha invece sottolineato parlando con l’Ansa.

Il racconto - "Sono una persona normale - ha detto all’agenzia di stampa - che ha fatto il suo dovere. Nonostante siano passati cinque anni da quando ho lasciato la Guardia di Finanza, la divisa me la porto dentro. E quando c'è da dare una mano sono sempre pronto". 

Pescara, terrore in centro città: sparatoria con ferito

Al Corriere, Vincenzo ha raccontato di aver incontrato la prima volta Pecorale "una settimana fa, mi aveva trovato su Google. Sono andato a prenderlo quattro volte a Gessi, dove mi ha detto che aveva dei parenti, portandolo a Pescara. Domenica, mi ha chiamato verso le 15, un'ora dopo quella roba folle di cui ero ignaro. Abbiamo concordato un appuntamento alle 20. Quando è salito mi ha detto: 'Stavolta devo fare un viaggio più lungo' e mi ha chiesto se potevo portarlo in Svizzera. Gli ho chiarito che la corsa sarebbe costata una marea di soldi e lui non ha fatto una piega, dicendo 'non m' interessa'. Così ho fatto i conti, fissando il prezzo sui 1.500 euro; lui mi ha mostrato un rotolo di contanti che però non mi ha dato. Poi siamo partiti". 

 

Il tassista è stato poi contattato telefonicamente più volte dai poliziotti, facendo in modo che il 29enne non ascoltasse le conversazioni. "Parlavamo a voce bassa, io cercavo di non far capire con chi fossi al telefono. Però qualcosa quell'uomo deve avere intuito. Dallo specchietto ho visto che a un tratto ha cominciato ad agitars. Il questore mi ha suggerito di dire a Pecorale che avevo finito la benzina, poi di fermarmi a una stazione di servizio, uscire alla svelta dall'auto e chiuderlo dentro. È andata come pianificato. Sono uscito dal taxi facendo finta di iniziare il rifornimento ma in realtà bloccando Pecorale nell'abitacolo con la chiave automatica. Un istante dopo sono piombati gli agenti", conclude Vincenzo.

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