FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Terrorismo e immigrazione clandestina, 15 persone fermate in Sicilia

I pm: "Davano passaggi in mare a sospettati terroristi". Tra le attività della banda anche il contrabbando. Uno dei fermati ha deciso di parlare per evitare che arrivasse "un esercito di kamikaze in Italia"

Terrorismo e immigrazione clandestina, 15 persone fermate in Sicilia - foto 1
agenzia

I carabinieri del Ros di Palermo hanno fermato, su ordine della Dda, 15 persone accusate, tra l'altro, di istigazione al terrorismo e associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

L'organizzazione criminale consentiva, pagando 2.500 euro, di raggiungere Trapani partendo dalle coste tunisine a bordo di gommoni veloci. Uno dei fermati inneggiava all'Isis su Facebook.

Per i pm di Palermo che hanno disposto i fermi, la banda rappresenta "una minaccia alla sicurezza nazionale perché in grado di fornire un passaggio marittimo sicuro e celere particolarmente appetibile per persone ricercate dalle forze di sicurezza tunisine o sospettate di connessioni con formazioni terroristiche".

L'organizzazione, che operava in Italia e Tunisia, contrabbandava anche tabacchi lavorati esteri smerciati nel Palermitano grazie alla mediazione di complici italiani. I guadagni del contrabbando, custoditi da "cassieri" designati dai vertici dell'organizzazione, venivano riutilizzati per il rifinanziamento dell'attività, come l'acquisito dei natanti veloci e l'aiuto economico dei componenti della associazione criminale finiti nei guai con la legge.

Uno dei tunisini fermati, che era tra i cassieri dell'organizzazione, istigava al terrorismo, invocava la morte in nome di Allah e faceva apologia dello Stato islamico: sul suo profilo Facebook sono stati trovati video e foto che inneggiavano all'Isis con immagini di decapitazioni. Dopo essere stato individuato e fermato proprio per la sua vicinanza allo Stato islamico, l'uomo ha deciso di parlare per evitare, ha detto agli inquirenti, che ci si ritrovasse con "un esercito di kamikaze in Italia". E ha fatto scoprire la banda raccontando dell'esistenza di un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di esseri umani, contrabbandava tabacchi e aiutava ad espatriare soggetti ricercati in Tunisia per reati legati al terrorismo.