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Palermo, la polizia ferma due scafisti accusati della morte di 12 migranti

Secondo la Procura hanno caricato 120 persone su un gommone dalla capienza di 10 posti affrontando poi la traversata dalla Libia e facendo naufragio

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La Squadra Mobile di Palermo ha fermato due scafisti con le accuse di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina e omicidio volontario. I due sarebbero responsabili della morte di 12 persone che viaggiavano su un gommone quasi affondato al largo delle coste libiche, i cui cadaveri sono giunti sabato mattina a Palermo a bordo del pattugliatore Dattilo, che ha soccorso in mare 716 migranti diretti in Italia a bordo di 7 imbarcazioni.

Dai racconti dei sopravvissuti è stato accertato che sul gommone naufragato viaggiavano 120 persone nonostante l'imbarcazione avesse una capienza di dieci posti. Circostanza che ha indotto la Procura a ipotizzare il "dolo eventuale": secondo i magistrati l'avere sovraccaricato l'imbarcazione comportava in sé il rischio di una strage.

I testimoni hanno raccontato che già alla partenza dalla Libia l'imbarcazione aveva lacerazioni a prua: nonostante ciò gli scafisti hanno preso il mare. I dodici migranti sarebbero morti nella calca creatasi quando l'acqua ha iniziato ad entrare: sarebbero stati calpestati e poi sarebbero annegati.

I due fermati sono stati portati al carcere Pagliarelli: la Procura ha disposto il divieto di incontro. Le indagini proseguono nei confronti di altri nove presunti scafisti che sarebbero stati alla guida degli altri gommoni soccorsi nel Canale di Sicilia a bordo dei quali viaggiavano gli oltre seicento extracomunitari giunti a Palermo.