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Mafia, colpo dei carabinieri al clan messinese dei barcellonesi: 86 misure cautelari | Boss puntavano al 110%

Nel mirino dei militari e della Procura la famiglia mafiosa che regnava nella zona, infiltrata in attività imprenditoriali di diversi settori

In Sicilia e Calabria i carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito 86 misure cautelari: 53 sono in carcere, 28 agli arresti domiciliari e 5 obblighi di firma.

Nel mirino dei militari e della Procura la famiglia mafiosa "dei barcellonesi". Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l'aggravante del metodo mafioso.

Il gruppo, storicamente radicato nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, era capace di esercitare un costante tentativo di infiltrazione in attività imprenditoriali e di economia lecita, sia nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli (attraverso l`acquisizione di imprese fittiziamente intestate ovvero imponendone, con metodo mafioso, la fornitura dei prodotti), sia nella conduzione del business dei locali notturni e ricreativi del litorale tirrenico nell'area di Milazzo.

 

Dalle discoteche al traffico di droga: la rete del clan

Il clan imponeva alle discoteche, con la violenza e le intimidazioni, i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività. L'inchiesta ha confermato, inoltre, quanto sia ancora forte la pressione del racket su imprenditori e commercianti e l'interesse della cosca per lo storico business della droga.

 

I boss puntavano al bonus del 110% Dall'inchiesta emerge che il boss di Barcellona Pozzo di Gotto, Mariano Foti, aveva cercato contatti con imprenditori e politici locali come, Mario Tindaro Ilacqua, dipendente della ditta Pi.esse.i. srl che opera nel settore delle energie rinnovabili, per creare una rete imprenditoriale che ottenesse appalti legati all'ecobonus 110%. Secondo gli inquirenti sarebbero state create le basi per una "rete commerciale" a cui affidare il compito di segnalare gli edifici su cui effettuare i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico previsti dall'ecobonus.

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