FIGLIO BAMBOCCIONE

Diplomato rifiuta lavoro, giudici: "Padre non gli deve mantenimento"

Il 24enne ha detto di "no" a un contratto a tempo determinato in un call-center. Per questo la Corte d'Appello di Catania ha respinto il ricorso del giovane, che è colpevole di "inerzia"

12 Giu 2014 - 17:48
 © ansa

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Il figlio diplomato che rifiuta il posto al call center, anche se a tempo determinato, non ha diritto a continuare a ricevere l'assegno di mantenimento dal padre separato. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Catania, sezione famiglia, che con la sentenza 571 del 2014 ha confermato la decisione di primo grado respingendo il ricorso di 24enne che voleva ripristinato il "contributo" mensile del genitore.

Se il figlio rifiuta di mantenersi da sé, non può pretendere che a farlo sia il genitore. Si può parlare, allora, in questi casi, di "inerzia colpevole". Secondo i giudici, il rifiuto di entrare al call center non è giustificato laddove, accettando l'offerta - si legge nella sentenza - il giovane può invece acquisire una pur minima esperienza lavorativa spendibile per ottenere un miglioramento della sua posizione o una collocazione migliore.

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