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Cani avvelenati nell'Agrigentino, Micciché: ora istituire commissione

Si infiamma la polemica politica. Lʼex ministro Michela Vittoria Brambilla parla di danno per gli animali, per la sicurezza e per lʼimmagine del territorio

Cani avvelenati nell'Agrigentino, Micciché: ora istituire commissione - foto 1
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La storia va avanti da qualche giorno, ma ora il fenomeno ha raggiunto livelli preoccupanti: a Sciacca, nell'Agrigentino, almeno 30 randagi sono morti per aver ingerito cibo avvelenato distribuito da qualcuno per strada.

La vicenda, oltre alle associazioni ambientaliste, ha allarmato la politica. Micciché, presidente dell'Ars: "Istituire commissione parlamentare ". L'ex ministro Michela Vittoria Brambilla: "Danno per l'immagine del territorio".

I politici locali - Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, vuole istituire una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo: "E' un atto gravissimo di crudeltà gratuita in dispregio del mondo animale. Non è uccidendoli che si risolve il problema dei cani randagi. Per questo motivo, è necessario istituire subito all'Ars una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete". Micciche' esprime solidarietà al sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, minacciata di morte. "Sono dispiaciuto e indignato per gli atti intimidatori subiti dal sindaco a cui esprimo vicinanza, perché i primi cittadini oggi sono esposti nella trincea più difficile", aggiunge. Nei giorni scorsi Miccichè ha nominato un consulente, Giovanni Giacobbe, competente in materia di randagismo e riferimento delle principali associazioni animaliste del territorio.

Michela Vittoria Brambilla - Sulla questione interviene anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente (Leidaa): "Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie".
"L'uso del veleno - afferma l'ex ministro - per risolvere, con un macabro e inaccettabile fai-da-te l'emergenza randagismo, è purtroppo cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre regioni del Paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori si è ormai passato ogni limite, sia per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad animali, sia per il pericolo di sicurezza e sanitario per le persone, sia per l'immagine di un territorio dove quest'anno tornerà anche il Giro d'Italia, passando proprio per Sciacca".