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Scuola, Save The Children: "La ripresa preoccupa 7 genitori su 10"

Secondo il sondaggio Ipsos, la maggiore ansia è dovuta allʼincertezza sulle modalità di avvio, ma non mancano i timori economici

Coronavirus, come le scuole si stanno preparando per riaprire

Incertezza e preoccupazione sono i sentimenti con cui genitori e bambini affrontano la riapertura della scuola dopo il lungo lockdown che li ha tenuti lontani dalle aule a causa della pandemia di Covid-19. E' il monito di Save The Children sulla base di un'indagine Ipsos. Al momento del sondaggio il 66% dei genitori era a conoscenza della data di riapertura degli istituti, ma quasi 7 su 10 non avevano ricevuto alcuna comunicazione sulle modalità.

Questo il quadro che emerge dalla ricerca. In generale, guardando al nuovo anno, 7 genitori su 10 dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola; la principale è data dall'incertezza circa le modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per i genitori di bambini di 4-6 anni (45%).

 

La figura dei nonni In questo caso i nonni, per chi li ha, tornano ad essere il pilastro del welfare familiare, per il 22% dei genitori intervistati. Anche la rinuncia al lavoro o la riduzione dell'orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli: una scelta che però - confermando ancora una volta il gender gap del nostro paese - ricadrebbe principalmente sulle madri (14%) più che sui padri (2%).

 

Le preoccupazioni economiche Anche la preoccupazione per le condizioni economiche peggiorate negli ultimi mesi, si riflette sul rientro: 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l'acquisto di tutti i libri scolastici, 7 genitori su 10 fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid, mentre 2 genitori su 10 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni, pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno. I primi effetti di questa situazione si fanno sentire sulle scelte dei ragazzi sul proprio corso di studi: l'8% dei genitori intervistati dichiara che il proprio figlio pensava di iscriversi al liceo ma, a causa delle difficoltà economiche che sta attraversando la famiglia, ha scelto una scuola professionale.

 

La mensa Altro elemento di preoccupazione, quello relativo alla mensa scolastica. I dati Miur relativi all'anno scolastico 2018/2019, sui quali l'Organizzazione ha compiuto un'inedita elaborazione a livello provinciale,  evidenziano che il 63,9% degli alunni - prima dell'emergenza Covid - frequentava scuole che non offrivano il tempo pieno, mentre il servizio di ristorazione scolastica era presente in poco più della metà delle scuole italiane (56,3%), penalizzando soprattutto i bambini che vivono in nuclei familiari svantaggiati economicamente, e quindi con minor risorse per garantire loro una corretta alimentazione. Una preoccupazione che si conferma nelle risposte dei genitori all'indagine Ipsos: 7 genitori su 10 fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid, mentre 2 genitori su 10 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni, pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno. Anche le attività extra scolastiche di bambini e ragazzi sono a rischio, in questo caso anche per le norme di distanziamento: 7 genitori su 10 credono che il proprio figlio dovrà farne a meno per il prossimo anno. 

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