Il caso

Gli rubano la bici elettrica e pubblica il video ma il ladro lo denuncia: "Mi hai diffamato"

A Caerano, in provincia di Treviso, un uomo riprende il ladro della sua bici elettrica con le telecamere di casa e pubblica il video. L'autore del furto lo denuncia per diffamazione

11 Ago 2025 - 09:06
 © Tgcom24

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Un furto trasformato in un caso giudiziario dal sapore paradossale. A Caerano di San Marco, in provincia di Treviso, Cristian ha visto sparire la sua bicicletta elettrica dal cortile di casa, sotto gli occhi delle telecamere di sorveglianza. Convinto di poter incastrare il responsabile, ha pubblicato il video sui social per chiedere aiuto e segnalare l'accaduto. Ma il ladro, già identificato e denunciato, ha reagito minacciando a sua volta di sporgere querela per diffamazione contro chiunque avesse diffuso quelle immagini. Peraltro non è la prima volta che succede e sempre nel Trevigiano: un commerciante che aveva diffuso il video del furto subito si era visto minacciare di querela da parte del malvivente.

Il furto e le immagini delle telecamere

 Secondo quanto ricostruito dal Gazzettino che ha pubblicato la notizia, il furto è avvenuto nel pomeriggio, intorno alle 16:02, mentre in casa si trovavano la moglie e i figli della vittima. Secondo il racconto di Cristian, non si è trattato di un'occasione casuale: "Quella bicicletta non resta mai fuori, sapeva di trovarla lì". Il ladro ha approfittato del cancello aperto, è entrato nel cortile e, senza esitazioni, è salito in sella per allontanarsi. Il valore dell'e-bike, una Lancia Genio, supera i 1.500 euro. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso l'intera scena, fornendo elementi chiari per l'identificazione.

La pubblicazione online e la reazione del ladro

 Ritenendo di dover avvisare la comunità e spinto dalla rabbia per il furto subito, il proprietario ha deciso di pubblicare il filmato sui social network. Nel post, accompagnato dal video, l'uomo chiedeva agli utenti se conoscessero la persona ripresa, descrivendo il modello della bicicletta — una Lancia Genio, non comune a Caerano — e fornendo dettagli fisici, compreso un tatuaggio sul polso sinistro. Il contenuto ha iniziato a circolare rapidamente, generando numerosi commenti e condivisioni. Tra reazioni indignate e messaggi di solidarietà, il video è arrivato anche all'attenzione del ladro, che ha visto la propria immagine diffusa pubblicamente. È a questo punto che la vicenda ha preso una piega inattesa.

La pubblicazione online e il post su Facebook

 Dopo aver sporto denuncia ai carabinieri di Montebelluna, inizialmente contro ignoti, Cristian è tornato poche ore dopo con un nome: si trattava di una persona nota in paese. Per ampliare la ricerca della bici, ha pubblicato il video sui social, accompagnandolo da un testo in cui chiedeva se qualcuno riconoscesse l'uomo ripreso. Nel post, oltre a descrivere il modello della bici, indicava il nome, l'origine straniera e alcuni dettagli fisici, come un tatuaggio sul polso sinistro, aggiungendo che era stato visto poco prima in un bar della zona. Il video è stato condiviso centinaia di volte, scatenando commenti e segnalazioni.

L'incontro con il ladro e le minacce di querela

 Venuto a sapere dove si trovava il responsabile, Cristian ha deciso di affrontarlo di persona. L'uomo ha ammesso il furto e chiesto scusa, sostenendo di aver abbandonato la bici da qualche parte a Caerano dopo aver visto il video circolare sui social. Ma la bicicletta non è mai stata ritrovata. Alla sera, quando la sua immagine era ormai diffusa in diversi gruppi online, il ladro ha reagito minacciando di denunciare per diffamazione chi continuava a condividere il filmato. Secondo quanto raccontato dalla vittima, anche la famiglia dell'autore del furto avrebbe chiesto di rimuovere almeno il cognome dai post.

Un caso che divide l'opinione pubblica

 La vicenda è ora nelle mani dell'autorità giudiziaria, chiamata a valutare sia il reato di furto sia le eventuali conseguenze legate alla diffusione delle immagini. L'episodio ha acceso il dibattito a Caerano e sui social: da un lato chi difende il diritto della vittima di denunciare pubblicamente il reato subito, dall'altro chi ricorda i rischi legali legati alla pubblicazione di volti e dati personali senza autorizzazione. Cristian, intanto, ribadisce di non essersi pentito: "È venuto a casa mia e ha spaventato la mia famiglia. E la bici non l'ho più rivista".

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