Per la famiglia Paesani non si trattava di un animale, ma di un fratello. Ecco perché hanno deciso di ricordarlo così, come se fosse una persona, ma in molti non hanno gradito questa scelta: "Offende i defunti veri"
"La famiglia Paesani annuncia la scomparsa del loro caro Dante. Eri un animale da tutti considerato tale. Per noi eri una persona. Riposa in pace". E' la dedica che campeggia sui manifesti funebri fatti fare per la scomparsa dell'amato cane, uno splendido esemplare di Dogue de Bordeaux di 12 anni, e ripresa dal Resto del Carlino . Da qualche giorno Rimini è piena di avvisi, con tanto di foto ricordo, ma non tutti gli abitanti hanno gradito.
"È stata una maniera insolita di ricordarlo, è vero – ammette Claudio, titolare del noto ristorante Chi Burdlaz di Marina Centro – Ma è venuta dal cuore. Dante era uno di noi". Eppure per molti questa scelta offende i defunti, quelli "veri", anche se è un'opinione che la famiglia Paesani non condivide affatto: "Mia madre lo considerava come un figlio. Ci diceva che Dante le parlava. Io lo chiamavo fratello. Quando se ne è andato è stato naturale fare questo ricordo pubblico". E poi, si chiede un po' irritato Claudio, "siamo ancora in un paese libero, se non sbaglio. Per quale motivo non possiamo salutare quello che è stato un nostro amico fedele in tutti questi anni?