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Reggio Emilia, eredita un miliardo di lire: per Bankitalia è carta straccia

Il tesoro della zia defunta non può essere riscosso perché la moneta è... scaduta

Reggio Emilia, eredita un miliardo di lire: per Bankitalia è carta straccia - foto 1
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Gabriele Costa, 40 anni, reggiano che ora vive a Vicenza, ha ereditato un miliardo di vecchie lire da una zia.

Una grossissima cifra che avrebbe potuto e che ancora potrebbe cambiargli la vita, ma che per Bankitalia è solo carta straccia. Ebbene sì, trattasi di "moneta vecchia". Un tesoro scaduto. "Non possiamo fare nulla. Il termine per il cambio è scaduto nel 2012", si è sentito dire dallo staff della sede di Bankitalia, a Roma. Ma Gabriele non intende arrendersi. Per questo ha deciso di rivolgersi alla Fondazione Italiana Risparmiatori e di fare ricorso. Lo riporta Il Resto del Carlino.

La storia - La zia di Gabriele - nubile e senza figli - è venuta a mancare all'età di 78 anni. Prima di morire, ha nominato unico erede universale il nipote. Gabriele appunto, che dalla zia ha ereditato un appartamento a Reggio e il denaro. Ma poi la sorpresa. Perché, quando si è recato alla filiale di Bologna per sistemare le pratiche burocratiche, è stato informato che la zia conservava il suo denaro in una cassetta di sicurezza: "Quando l'ho aperta, ad ottobre scorso, ho trovato una montagna di banconote in vecchie lire, in tagli da 100, 200 e 500mila. Per una cifra totale di circa 985 milioni del vecchio conio - ha raccontato Gabriele a Il Resto del Carlino - Come mi sono sentito? Stupito e immancabilmente contento. Ma subito dopo ho proprio pensato: adesso mi faranno storie".

E, infatti, così è stato. Spinto da questo presentimento, Gabriele si è precipitato a Roma, nella sede di Bankitalia. Ed è qui che ha scoperto che quel tesoro potrebbe non riceverlo mai, perché il termine per il cambio lire-euro è scaduto nel 2012. "Io non potevo saperlo prima", ha detto Gabriele, riferendosi all'eredità. Per questo, ha deciso di far scattare il ricorso e di rivolgersi alla Fondazione Italiana Risparmiatori.

"Se è vero che era stato stabilito un termine decennale - ha spiegato Roberto Iannuzzi, membro dell'associazione - ovvero dall'entrata in vigore dell'euro, nel 2002, dunque fino al 2012 utile per il cambio lire-euro, è altrettanto vero, come sostiene ampiamente la giurisprudenza, che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto. Quindi, in questo caso, i dieci anni devono decorrere dal giorno del ritrovamento dei soldi, ossia ottobre scorso". La speranza del 40enne è di poter recuperare il denaro. Chi vivrà, vedrà...