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Rapina al centro commerciale di Marcon, la commessa in ostaggio: "La mia collega tremava, ho detto prendete me"

Il racconto di Federica che coraggiosamente si è offerta come ostaggio durante l'assalto dei banditi, al posto di un'altra commessa che urlava disperata

Rapina al centro commerciale di Marcon, la commessa in ostaggio: "La mia collega tremava, ho detto prendete me" - foto 1
Ansa

"Prendete me, vengo io al posto suo", queste le parole di Federica, la commessa che si è offerta come ostaggio a un commando di banditi, durante una rapina in una gioielleria di Marcon, nel Venziano.

"L’ho fatto per istinto protettivo. Giorgia era disperata, mi son sentita di prendere il suo posto per aiutarla. Perché ho agito così? Non lo so. Sono quelle cose che si fanno d’impeto, senza pensare". Comincia così il racconto della 50enne veneta, riportato dalle pagine del Corriere della Sera.

 

Momenti di terrore

 Federica è una delle commesse del negozio di Gioielli di Valenza, preso d'assalto il 7 febbraio da un commando di banditi armati, in un centro commerciale di Marcon, in provincia di Venezia. Di fronte a quei cinque uomini armati di mitragliatori e pistole, la donna si è resa conto del terrore impresso nello sguardo della giovane collega che le stava vicino e coraggiosamente ha urlato ai banditi: "Prendete me, vengo io al posto suo". La sua amica Giorgia, 27 anni, in quel momento aveva un fucile puntato alla tempia ed era scoppiata in lacrime in preda a una crisi di panico. A raccontare al Corriere il gesto eroico della 50enne di Marcon è Luca, il responsabile del negozio: "In quel momento è intervenuta Federica, forse ha pensato 'lei ha ancora tutta la vita davanti'. O forse solamente si è sentita in dovere di aiutarla".

 

 

La cronaca

 Di certo si sa che ad agire sono stati in cinque, tutti travisati, armati di pistole e armi lunghe (pare un fucile a pompa), poi il commado è fuggito con una Panda rubata qualche giorno prima nella zona e ritrovata abbandonata e con una Golf di cui non si è trovata ancora traccia. Quasi certamente i malviventi hanno usato altre auto, in sosta in un luogo sicuro, per allontanarsi e scomparire. Intanto i carabinieri di Venezia stanno visionando i filmati delle telecamere, non solo del centro commerciale ma anche di altre della zona comprese quelle dislocate sulle strade dalle quali si possono trarre elementi utili per dare una svolta alle indagini. Le due commesse del negozio, dopo un primo approccio investigativo, visto lo stato di choc in cui versavano entrambe, verranno sentite nuovamente dagli inquirenti. L'azione è stata rapida: mentre uno dei banditi ha sorpreso una commessa, immobilizzandola con una stretta al collo, i complici sono entrati nella gioielleria costringendo l'altra dipendente ad aprire le vetrine dove sono stati arraffati preziosi di gran valore.

 

 

Il bottino

 La razzia ha riguardato anche gli altri gioielli esposti. La direzione del centro commerciale ha fatto evacuare tutti mentre faceva scattare l'allarme alle forze dell'ordine. Il commando, frattanto, senza sparare un colpo, ha guadagnato l'uscita portandosi appresso una delle commesse, liberandola appena saliti sulle auto per la fuga. Sono entrati e se ne sono andati in quattro minuti netti con un bottino da oltre 200 mila euro, in gioielli e preziosi (alcuni pezzi valevano 20 mila euro l’uno). Un’azione da professionisti.

 

Il gesto eroico

 Giorgia e Federica - come riporta il Corriere - stavano lavorando quando i banditi sono arrivati. "Hanno intimato alle ragazze di tirare fuori i gioielli — ha aggiunto il responsabile del negozio — hanno detto che non avrebbero fatto male a nessuno se avessero collaborato". All’improvviso però uno di loro ha preso Giorgia e l’ha portata fuori. In quel preciso istante, dopo il gesto coraggioso di Federica, il commando ha acconsentito allo scambio e la 50enne è uscita con i banditi. Fino a che i cinque (altri due attendevano nelle auto) l’hanno lasciata seduta a terra all’ingresso e sono scappati.

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