OPERAZIONE DELLA DIGOS

Terrorismo, fermato iracheno a Bari Favoriva l'ingresso degli jihadisti

L'uomo, 45 anni, aveva già scontato nel nostro Paese 10 anni di carcere per terrorismo internazionale.

07 Dic 2015 - 15:50

    © ansa

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Agenti della Digos di Bari hanno arrestato Majid Muhamad, iracheno, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nell'ambito di una indagine sul terrorismo di matrice islamica. Il 45enne avrebbe favorito l'ingresso in Europa di soggetti collegati alla pericolosa cellula terroristica italiana del gruppo Ansar Al Islam. Indagate almeno una decina di persone.

Majid Muhamad apparteneva a una cellula con base in Italia, a Parma, e inserita nella black list dei gruppi terroristici internazionali, fondata nel 2001 da parte dell'emiro Mullah Krehar e attualmente dimorante in Norvegia.

Fra marzo e settembre 2015 avrebbe fornito assistenza e alloggio a Bari a 11 cittadini di Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia. In particolare, avrebbe prenotato stanze presso un affittacamere di Bari, riservandole per brevissimi periodi (uno, due giorni o, al massimo, una settimana) a cittadini extracomunitari provenienti da altre zone e che poi avrebbero proseguito il loro viaggio verso altre destinazioni.

Muhamad aveva il ruolo di "raccordo tra i capi dell'organizzazione transnazionale e l'attività dei membri della cellula italiana, con particolare riferimento all'approvvigionamento di documenti falsi" e all'accoglienza "in alcuni campi di addestramento nel Kurdistan e nella Siria, volontari per la jihad reclutati in Europa".

L'organizzazione avrebbe fatto arrivare, in quegli anni, sullo scenario di guerra irachena centinaia di combattenti di cui almeno cinque sarebbero morti in attentati kamikaze contro obiettivi americani.

Nell'ottobre del 2002 Majid Muhamad aveva lasciato l'Italia per recarsi in Siria da dove faceva la spola con il Kurdistan iracheno, occupandosi di gestire i volontari che dall'Italia venivano inviati dalla rete riconducibile ad Ansar al Islam nei campi di addestramento per poi combattere contro l'esercito americano.

Trovate lettere Jihad - Gli inquirenti in una perquizione a febbraio avevano trovato un quaderno con copertina rossa, su cui appariva evidenziato il nome di Bassam Ayachi (l'imam del Belgio assolto alcuni anni fa dalla Corte di Appello di Bari dopo essere stato arrestato, processato e condannato in primo grado per terrorismo internazionale). Majid probabilmente aveva conosciuto Ayachi durante la detenzione nel carcere di Benevento. Gli agenti trovarono anche numerose cartoline postali, sul cui retro erano riportate, scritte con penna biro, frasi in lingua araba. Si tratterebbe di messaggi scambiati con altri detenuti negli anni della sua carcerazione, tutti accusati di reati di terrorismo internazionale. "Fratello prediletto Abu Abd Rahman - è scritto in una cartolina - grazie a Dio io sto bene, sia Lode a te Dio Onnipotente che ci guidi. Mi pento verso di lui e chiedo una vita felice, la morte dei martiri e la vittoria sui nemici".

In un altro messaggio era menzionato l'Isis, in un momento storico in cui, in realtà, - sottolineano gli inquirenti baresi - la denominazione Isis non ancora contraddistingueva i seguaci del cosiddetto 'Stato Islamico', perlomeno nei resoconti di cronaca di quel periodo (giugno 2011). Infatti, l'unico riferimento a una possibile notizia che riguardasse l'Isis nel giugno del 2011, reperito da fonti aperte, è quello relativo all'inizio della rivolta armata in Siria".

Contatti con Ridha Shwan Jalal, arrestato nel porto di Bari il 5 agosto 2015 - Majid Muhamad ha avuto contatti nei mesi dell'indagine con un cittadino iracheno Ridha Shwan Jalal, arrestato nel porto di Bari il 5 agosto 2015 mentre tentava di imbarcarsi per la Grecia con documenti falsi. Alcuni mesi prima aveva chiesto in una agenzia viaggi di Matera il preventivo per 20 biglietti aerei per altrettanti cittadini iracheni che sarebbero partiti in gruppi di cinque dall'aeroporto di Sulayrmaniyah, nella regione del Kurdistan iracheno, alla volta di Parigi con uno scalo intermedio a Istanbul (Turchia), forse proprio su richiesta di Majid Muhamad che gli aveva telefonato alcuni giorni prima per commissionarne "uno".

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