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Strage a Santhià, il nipote confessa Si è costituito alla polizia a Venezia

Il 25enne è giunto in treno nel capoluogo lagunare e si è presentato al posto di polizia della stazione: in stato confusionale e con gli abiti sporchi di sangue, ha spiegato di volersi consegnare lì e non al commissariato di Vercelli

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Lorenzo Manavella ha confessato di essere l'autore della strage di Santhià, nel Vercellese. E' stato lui, ha ammesso agli investigatori, a uccidere i nonni, Tullio e Pina, e la zia, Patrizia. Il giovane è stato fermato a Venezia, dove era giunto in treno: in stato confusionale e con i vestiti sporchi di sangue, si è presentato al posto di polizia, al binario 14 della stazione di Santa Lucia, e ha spiegato di volersi costituire lì e non a Vercelli.

Strage a Santhià, il nipote confessa Si è costituito alla polizia a Venezia

Le vittime della strage sono Tullio Manavella, 85 anni, molto conosciuto in paese per essere stato per anni il direttore delle Poste di Santhià; sua moglie Pina Bono, 78 anni, casalinga e invalida, da tempo costretta su una sedia a rotelle; e Patrizia Manavella, la figlia 56enne: la donna, che lavorava in banca e viveva a Vercelli, si era fermata a casa dei genitori per assistere la madre.

I Manavella vivevano in una villetta bifamiliare: da una parte abitavano loro; dall'altra il figlio Gianluca, fratello di Patrizia, e il nipote Lorenzo, campione di pallavolo con un passato con episodi poco chiari legati alla droga. In questi giorni il ragazzo era rimasto in casa da solo perché il padre era in Sardegna per un aggiornamento professionale.

I vicini hanno riferito di averlo visto andare giovedì a salutare i nonni, con i quali, dicono, aveva un ottimo rapporto. Ma subito dopo del 25enne si erano perse le tracce: il suo cellulare risultava sempre "irraggiungibile". In mattinata lo aveva cercato anche il padre dalla Sardegna, il primo a sospettare che a Santhià potesse essere successo qualcosa.

Gianluca Manavella aveva dapprima chiamato a casa dei genitori, ma non aveva avuto risposta. Così aveva cercato sul cellulare prima la sorella Patrizia, poi il figlio Lorenzo. E non ricevendo risposta, preoccupato, aveva chiamato l'amico presidente della squadra di pallavolo di Santhià, dove lui lavora come allenatore, e gli aveva chiesto il favore di andare a controllare.

E' stato prorpio l'uomo, assieme alla badante degli anziani, a chiamare i vigili del fuoco, che dopo aver sfondato la porta hanno trovato i cadaveri.