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Motociclisti travolti in Val Susa, la compagna dell'elettricista: "Ha cercato di frenare"

La donna sostiene che la moto sia sbucata allʼimprovviso e che De Giulio non sia riuscito a evitarla. Ma sullʼasfalto non ci sono segni di frenata e le testimonianze degli altri automobilisti raccontano una storia diversa

Motociclisti travolti in Val Susa, la compagna dell'elettricista:
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"Maurizio non voleva investire quei ragazzi, non l'ha fatto apposta: ha cercato di frenare, ma non è riuscito a evitarli".

E' la versione di Milena Zuniga Lecca, la 40enne compagna di Maurizio De Giulio, arrestato per omicidio stradale dopo aver travolto in Val Susa due fidanzati in moto: la donna era sul furgone dell'elettricista torinese, e davanti ai carabinieri ha tentato di difendere il convivente spiegando che "la moto è sbucata all'improvviso".

Secondo quanto riferisce la Repubblica, la donna ha ripetuto più volte la propria versione, spiegando che domenica pomeriggio lei e il compagno erano andati in Val Susa assieme a una delle figlie dell'uomo, che ha 17 anni: "Abbiamo fatto un pic nic al lago con gli amici. Maurizio non aveva bevuto più di qualche bicchiere di vino". Poi il rientro a casa, la lite con i motociclisti, l'investimento. E la 40enne che ripete che il compagno "ha cercato di frenare". Una ricostruzione che però sembra smentita dai fatti: sull'asfalto, sul luogo dell'incidente, non sono infatti rimasti segni di frenata, e le testimonianze degli altri automobilisti raccontano una storia diversa.

A peggiorare la situazione di De Giulio c'è il fatto che 7 anni fa a Moncalieri aveva già provocato un incidente passando con il semaforo rosso, ed era stato arrestato perché si era scagliato contro gli agenti intervenuti. Inoltre, benché la compagna abbia riferito che l'uomo aveva bevuto solo qualche bicchiere, domenica quando è stato fermato è risultato ubriaco.

La famiglia di Matteo Penna, il centauro rimasto ferito, continua invece a sostenere che si tratti di omicidio volontario, una circostanza che però la Procura non è ancora riuscita a verificare: l'accusa scatterebbe infatti solo se si potesse dimostrare che De Giulio ha inseguito i due ragazzi con l'intenzione di uccidere. Di certo, la famiglia del motociclista è sconvolta non solo per il ferimento di Matteo e la morte della fidanzata Elisa, ma anche per il fatto che 12 anni fa il fratello del giovane era rimasto vittima di un incidente simile: mentre era in moto un furgone l'aveva travolto, lasciandolo paralizzato.