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Papa Francesco: "I migranti sono delle persone, basta alimentare paure"

Il Pontefice, nel corso del discorso di inizio dʼanno al Corpo diplomatico, invita a mantenere "lo status quo di Gerusalemme" e a "non aggravare gli scontri"

Papa Francesco:
lapresse

"Si parla molto di migranti, talvolta solo per suscitare paure ancestrali".

Lo ha detto Papa Francesco, ricordando che "le migrazioni sono sempre esistite". Non bisogna dimenticare, ha aggiunto, che "la libertà di lasciare il proprio Paese e farvi ritorno appartiene ai diritti fondamentali dell'uomo. Occorre dunque uscire da una diffusa retorica sull'argomento e partire dalla considerazione essenziale che davanti a noi ci sono innanzitutto persone".

"Non si può dimenticare - ha affermato il Pontefice nel tradizionale discorso di inizio anno al corpo diplomatico - la situazione di famiglie spezzate a causa della povertà, delle guerre e delle migrazioni. Abbiamo fin troppo spesso dinanzi ai nostri occhi il dramma di bambini che da soli varcano i confini che separano il sud dal nord del mondo, sovente vittime del traffico di esseri umani".

"Governanti pratichino virtù della prudenza" - Il Santo Padre ha citato poi il suo messaggio per la Giornata mondiale della pace: "Pur riconoscendo che non sempre tutti sono animati dalle migliori intenzioni, non si può dimenticare che la maggior parte dei migranti preferirebbe stare nella propria terra, mentre si trova costretta a lasciarla a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale. Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, 'nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso'".

"Grazie all'Italia sui migranti, non giungano chiusure" - "Desidero poi esprimere particolare gratitudine all'Italia che in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso e ha saputo offrire anche dei positivi esempi di integrazione", ha affermato il Papa, il cui "auspicio è che le difficoltà che il Paese ha attraversato in questi anni, le cui conseguenze permangono, non portino a chiusure e preclusioni, ma anzi ad una riscoperta di quelle radici e tradizioni che hanno nutrito la ricca storia della Nazione e che costituiscono un inestimabile tesoro da offrire al mondo intero".

"Sì a status quo Gerusalemme, non aggravare scontri" - Il "Un pensiero particolare rivolgo a Israeliani e Palestinesi, in seguito alle tensioni delle ultime settimane", ha detto il Papa al Corpo diplomatico. La Santa Sede, "nell'esprimere dolore per quanti hanno perso la vita nei recenti scontri, rinnova il suo pressante appello a ponderare ogni iniziativa affinche' si eviti di esacerbare le contrapposizioni, e invita ad un comune impegno a rispettare, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite, lo status quo di Gerusalemme, città sacra a cristiani, ebrei e musulmani".

"Trovare soluzione politica per Gerusalemme" - "Settant'anni di scontri rendono quanto mai urgente trovare una soluzione politica che consenta la presenza nella Regione di due Stati indipendenti entro confini internazionalmente riconosciuti - ha aggiunto il Pontefice -. Pur tra le difficoltà, la volontà di dialogare e di riprendere i negoziati rimane la strada maestra per giungere finalmente ad una coesistenza pacifica dei due popoli".

"Tutelare libertà di fede, contro estremismi e persecuzioni" - Bergoglio ha rivolto poi l'attenzione alla tutela della libertà di fede: "Purtroppo è noto sia sovente disatteso - ha sottolineato - e non di rado la religione divenga o l'occasione per giustificare ideologicamente nuove forme di estremismo o un pretesto per l'emarginazione sociale, se non addirittura per forme di persecuzione dei credenti".

"Curare la Terra, ridurre emissioni e rispettare impegni di Parigi" - Secondo Papa Francesco, "tra i doveri particolarmente impellenti vi è oggi quello di prendersi cura della nostra Terra. I cambiamenti climatici, con l'innalzamento globale delle temperature e gli effetti devastanti che esse comportano, sono anche conseguenza dell'azione dell'uomo. Occorre dunque affrontare, in uno sforzo congiunto, la responsabilità di lasciare alle generazioni che seguiranno una Terra più bella e vivibile, adoperandosi, alla luce degli impegni concordati a Parigi nel 2015, per ridurre le emissioni di gas nocivi all'atmosfera e dannosi per la salute umana".