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Pantani, a 14 anni dalla morte si torna sull'esame antidoping che lo escluse dal Giro d'Italia

L'inchiesta de Le Iene mette in luce alcune possibili incongruenze

Pantani, a 14 anni dalla morte si torna sull'esame antidoping che lo escluse dal Giro d'Italia - foto 1
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Marco Pantani fu ucciso quella mattina a Madonna di Campiglio". Lo ripete ancora l’ex massaggiatore del campione di ciclismo, Roberto Pregnolato, intervistato da Le Iene 14 anni dopo la morte del Pirata, avvenuta il 14 febbraio 2004 in un albergo di Rimini. Il programma di Italia 1 non esclude l'ipotesi che Pantani possa essere stato incastrato quando il 5 giugno 1999 risultò positivo all’antidoping e quindi squalificato da un Giro d'Italia che avrebbe certamente vinto. In particolare il suo sangue risultò troppo denso: il livello di ematocrito era 53, ben 5 punti in più rispetto a quanto era risultato (48) dal controllo che il ciclista aveva fatto la sera prima per conto suo, davanti al suo massaggiatore e a un fisioterapista (che confermò il fatto ai carabinieri. Lo stesso numero, 48, tornò anche quello stesso 5 giugno, dall’analisi di un campione di sangue fatta poche ore dopo il primo controllo antidoping, questa volta a Imola, su volontà dello stesso Pantani.

Come è possibile? Le Iene hanno consultato un ematologo del San Raffaele di Milano, che ha lavorato anche in ambito sportivo, e gli hanno fatto confrontare i due esami eseguiti a poche ore di distanza. “Uno dei due è poco plausibile”, spiega il dottor M. Locatelli, rilevando un’anomalia nel livello delle piastrine e ipotizzando una qualche manipolazione del campione prelevato a Madonna di Campiglio. E spiega ancora: “Il modo più semplice per avere un incremento dell’ematocrito, con una diminuzione delle piastrine, è una sottrazione del plasma dal campione”. Un’operazione molto semplice, che si può fare in pochi secondi.

Le Iene poi ripercorrono tutta una serie di dubbi emersi al processo per frode sportiva a Pantani: delle testimonianze incongruenti dei medici dell’antidoping, al fatto che le controanalisi fatte a Imola non siano state accettate come prova in tribunale, sebbene fossero state fatte in un laboratorio certificato Uci, fino alla presenza o meno del commissario Uci del team antidoping Wim Jeremiasse quella mattina all’hotel di Madonna di Campiglio. Anche la Procura di Forlì, sottolineano a Le Iene, nel 2016 scrisse che una “moltitudine di riscontri fanno pensare che il campione ematico di Marco Pantani sia stato manipolato”. Fra le ipotesi formulate allora, ci fu anche quella secondo cui fu la camorra a incastrare il Pirata, perché avevano accettato troppe scommesse su di lui vincente, e non avrebbe potuto pagarle.