Covid, Palù: "Andrebbe dichiarata la fine della pandemia, l'Oms lo farà presto"
Secondo il presidente dell'Aifa "stiamo vivendo in un contesto che dal punto di vista virologico è senza dubbio post-pandemico". E sulla variante Arturo...
Tra poco la pandemia da Covid 19 sarà solo un ricordo doloroso, manca solo l'ufficialità dell'Oms.
A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, è il presidente dell'Agenzia italiana del Farmaco, Giorgio Palù. "La fine della pandemia dovrebbe essere dichiarata. Credo che l’Organizzazione mondiale della Sanità sia prossima a farlo e il ritardo sia dovuto a un residuo di prudenza" ha detto il virologo.
Il Covid oggi
Quattro mesi fa, l'Aifa aveva declassato il Sars-CoV-2 a virus endemico, presente nella popolazione e quasi inoffensivo. "Un rischio significativo non c'è. Oggi questo virus è diventato assai poco virulento se non proprio innocuo" spiega Palù, sottolineando che il Covid 19 non rappresenta più un rischio per il mondo. "Stiamo vivendo in un contesto che dal punto di vista virologico è senza dubbio post-pandemico" aggiunge il virologo riferendosi ai dati di mortalità, incidenza e ricoveri ormai in continua discesa, sia in Italia che nel resto mondo. Palù sottolinea inoltre che negli ultimi mesi il virus è mutato, e che la variante Arturo, in circolazione oggi, "è per lo più causa di raffreddori e congiuntiviti nei bambini".
La prudenza dell'Oms
Non resta quindi che aspettare il segnale di fine da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che, secondo Palù, dovrebbe arrivare a breve. "L’Oms ha ribadito che la pandemia, dichiarata tale a fine marzo 2020, è ancora un’emergenza di sanità pubblica di preoccupazione internazionale (Pheic)- spiega il virologo - ma lo era anche a inizio gennaio 2020 quando tutto cominciò". Inoltre, presto il virus potrebbe diventare solo un'influenza stagionale. "Non siamo ancora a questo punto- chiarisce Palù, - ma presto lo diventerà e probabilmente avrà una diffusione legata alla stagione fredda come l’influenza".
Il ruolo dei vaccini
In questo quadro dunque, la dose di richiamo del vaccino è importante solo per le persone più fragili, in particolare: "Per le persone ricoverate nelle residenze per anziani, per gli over 80, per i soggetti più esposti per professione e per i pazienti con sistema immunitario indebolito". A questo proposito, sottolinea il presidente dell'Aifa: "Stiamo programmando una campagna di vaccinazione anti-influenzale e anti-Covid autunnale con un vaccino costruito sulla variante più diffusa".
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