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Palermo, aiuta una donna canadese in ospedale e poi la violenta con il cugino

La vittima si è risvegliata nel suo b&b piena di lividi e graffi. Le mogli dei due li difendono: "Nessuna violenza"

Palermo, aiuta una donna canadese in ospedale e poi la violenta con il cugino - foto 1
agenzia

Era volata a Palermo dal Canada a trovare il fidanzato, ricoverato in ospedale.

E proprio in ospedale avrebbe incontrato l'uomo che l'avrebbe poi aggredita e violentata, in compagnia del cugino. Lei ha realizzato quello che le era successo solo la mattina dopo, quando si è svegliata nella camera del suo b&b stordita e confusa, e si è ritrovata piena di lividi e graffi dopo una notte da incubo. Ha chiamato il compagno in ospedale, gli ha raccontato tutto e lui ha avvertito i carabinieri. Le mogli dei due indagati li difendono: "Nessuna violenza".

Palermo, aiuta una donna canadese in ospedale e poi la violenta con il cugino - foto 2
Tgcom24

 

Due cugini sotto indagine

 Adesso sotto indagine ci sono due cugini palermitani, 42 e 44 anni, accusati degli abusi sulla donna. Uno di loro, inserviente in ospedale, avrebbe inizialmente aiutato la canadese indicandole il reparto dove si trovava il fidanzato. Lei, secondo il racconto del "Corriere della Sera", è rimasta talmente colpita dalla gentilezza di lui da lasciarsi convincere a farsi riaccompagnare al b&b in scooter, dopo la visita al fidanzato. Ai carabinieri ha raccontato che "era gentile, simpatico, e io mi sono fidata". I due si sono anche scambiati il profilo Instagram.

 

La violenza nel b&b

 Così, una volta raggiunto l’alloggio della canadese, si sono comprati qualcosa da mangiare e sono saliti insieme in camera. Poi sono usciti a fare un giro in moto e nel tragitto hanno incontrato il cugino dell'uomo. Tutti e tre sono tornati al b&b e a questo  punto sarebbe cominciato l'orrore. Uno dei due, ha raccontato la donna al militare, "cercava di afferrarmi e baciarmi. Io mi mettevo a ridere e gli dicevo di no. Questo è l'ultimo ricordo preciso che ho, eravamo sul divano". 

 

Il risveglio in camera, la mattina successiva

  La canadese si è poi risvegliata nella sua camera, la mattina successiva, con addosso solo la felpa "che era bagnata - dice - e avevo i capelli ricci, mentre prima di uscire li avevo allisciati, segno che qualcuno mi aveva messo sotto la doccia". E poi i lividi e i preservativi sparsi a terra. A questo punto ha capito quello che era successo e ha chiamato il fidanzato. 

 

La versione dell'accusato

 Il palermitano ai suoi messaggi risponde che il rapporto era stato consensuale. Ma i medici hanno riscontrato graffi e abrasioni sul corpo della donna. Quindi, si indaga per violenza. 

 

Le mogli intercettate

 Nel caso ci sono poi anche le intercettazioni delle mogli degli indagati, che al telefono commentano l'accaduto cercando prove per scagionarli. "Tuo marito secondo me quando quella gli si buttò nell'ascensore ha capito che si poteva fare. E così chiamò suo cugino", dice una delle donne all'altra. Che risponde: "La sella del motore è veramente piccola. E' talmente stretta che questo li stuzzicava, sicuramente per questo non capirono più niente". 

 

La conversazione al telefono

 Le mogli ritengono che non sia stata violenza perché "'sti ragazzi erano puliti e non avevano neanche un graffio": insomma, se si fosse trattato di stupro, la vittima si sarebbe difesa lasciando qualche segno sugli uomini. E poi: "Lui queste cose le deve dire all'avvocato perché negli ascensori ci sono le telecamere. Lo state vedendo che lei si sta buttando di sopra. Ci sono un sacco di cose che fanno male a noi, però sono utili per la difesa". 

 

Proprio a Palermo l'estate scorsa c'era stato uno stupro di gruppo contro una 19enne, violentata dal branco. Alcuni tra gli indagati avevano dichiarato che il rapporto era stato "consenziente" mentre la vittima, dopo la denuncia e gli arresti, si era sfogata sui social esprimendo amarezza e delusione.

 

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