Omicidio Willy, Marco Bianchi: "Io gli diedi solo un calcio" e il fratello "incolpa" l'amico
"Prima sono arrivate le mani, il calcio è arrivato dopo, ma il calcio sarà arrivato alle gambe", ha detto Marco Bianchi ridimensionando lʼaggressione
Fatale per Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a calci e a pugni la notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, sarebbe stato un calcio dato dal 24enne Marco Bianchi, il quale, secondo quanto riporta Il Messaggero, ammette di averlo sferrato, ma ridimensiona l'aggressione. "Una spinta. Prima sono arrivate le mani, il calcio è arrivato dopo, ma il calcio sarà arrivato alle gambe", ha spiegato Bianchi, in carcere. Mentre il fratello Gabriele ha "incolpato" un altro protagonista della vicenda, Francesco Belleggia, ai domiciliari. "C’era lui vicino a Willy", ha detto.
"Marco va subito diretto da Willy e gli tira un calcio frontale sul petto, Willy sbatte contro la macchina, gli rivà contro, però Marco comincia a menà e Gabriele mena l'altro amico", questa la versione dei fatti raccontata da Belleggia, che ora collabora con gli investigatori. Versione giudicata attendibile dagli inquirenti e confermata da altre testimonianze.
Secondo quanto raccontato da Marco Bianchi, invece, "lui (Willy dopo il calcio, ndr) si è alzato ed io ero presente", poi ha detto di aver sentito solo "urla e grida, tutte queste cose qui. Ma non è che sono stato lì". Dal canto suo, Gabriele ha dichiarato di aver visto la vittima "cadere in ginocchio", ma di non aver individuato chi ha colpito Willy. Secondo il più grande dei fratelli Bianchi, vicino alla vittima si trovava Belleggia. "Non dico che cade a terra dopo l'intervento di Belleggia, dico che vicino a Willy c'era Belleggia", ha spiegato Gabriele, che quindi non specifica se l'amico abbia sferrato un colpo ma lo colloca vicino al luogo dove è morto il 21enne.
Tuttavia, il gip Giuseppe Boccarato respinge la tesi di Gabriele. Inoltre, alcune persone sentite dopo la rissa hanno smentito questa versione individuando proprio nei fratelli Bianchi i protagonisti principali della vicenda, e in particolare in Marco. "Dalla narrazione che mi fa Federico Zurma (l’amico della vittima, ndr) - ha sottolineato il magistrato - Belleggia non partecipa ai fatti ai danni di Willy". "Purtroppo non è assolutamente vero", ha infine ribattuto Gabriele.
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