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Napoli, al rientro dall'estero tutti in fila all'ospedale Cotugno per il tampone

In Campania negli ultimi due giorni i positivi sono stati 69, 17 di loro sono rientrati da Spagna o Grecia

Napoli, dopo le vacanze tutti in fila all'ospedale Cotugno

Al rientro dalle vacanze all'estero, nessuno vuole aspettare il tempo necessario per capire se si è contratto il coronavirus oppure no. Troppa la paura di essere stati infettati, di diventare "untori" e di essere veicolo di contagio per parenti e amici. Eccoli allora tutti in coda al pronto soccorso dell'Ospedale Cotugno di Napoli, centro di riferimento per le malattie infettive per la regione.

I numeri - In Campania, negli ultimi due giorni, i positivi sono stati 69 e per 17 di loro si tratta proprio di rientri dall'estero. Molte le storie di giovani che, tornati da Spagna e Grecia, hanno dormito in auto e poi si sono recati in ospedale per fugare i dubbi su un eventuale contagio. 

 

Le storie - Molti sono tornati in Italia dalle mete turistiche estive più ambite e che, poco prima dell'aereo di ritorno, ha saputo dell'ordinanza del Governo e di quella del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Una giovane racconta che si aspettava che il tampone le fosse fatto in aeroporto, una volta atterrata a Napoli,. "Ero tranquilla fino a che non ho capito che la procedura era lunga - ha raccontato -. Venire qui al Cotugno mi fa risparmiare tempo". Un ragazzo tornato da una vacanza a Santorini ha spiegato: "Non sono nemmeno entrato in casa, sono rimasto fuori, in auto non voglio contagiare i miei. Non credo di non essere stato prudente, però chi me la dà la certezza?".

 

L'allarme dei medici - Recarsi in ospedale non solo non è la procedura corretta, ma è rischioso e soprattutto non è risolutivo. Se si è infetti e ci si mette in fila davanti al pronto soccorso, si rischia di contagiare tutti, come hanno sottolineato i medici del Cotugno. Inoltre, risulta inutile effettuare il tampone se si è rientrati da poco, perché potrebbe essere negativo. Per questo motivo la Asl tiene sotto controllo per 3/4 giorni chi, tornato dai luoghi a rischio, si registra, un passaggio obbligato, perché previsto dall'ordinanza regionale. 

 

Nel caso in cui insorgessero sintomi legati al Covid-19, la Asl di appartenenza interviene direttamente a casa, per effettuare il test e, nell'attesa del risultato, il soggetto deve rimanere in isolamento domiciliare fiduciario per 14 giorni che termina al momento dell'eventuale esito negativo degli esami.
 

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